Con le sue 5.691 acque di balneazione lItalia rappresenta circa il 24% di tutte le acque monitorate ai fini della relazione dellUnione europea. Visti in prospettiva storica, i risultati della situazione delle coste italiane indicano un progressivo miglioramento della percentuale delle acque conformi ai criteri di qualità fino al 2000 per poi registrare una flessione fino al 2009, anno in cui il 92,2% dei siti di balneazione erano conformi ai requisiti minimi.
Secondo la relazione europea, è in continua ascesa invece il numero dei siti vietati alla balneazione che nel 2009 erano 310 (oltre il 6%). Lo stato delle acque interne invece è decisamente peggiorato (-19,4%) rispetto allanno precedente, con solo il 46,4% dei siti di balneazione in riva a fiumi e laghi in linea con i criteri obbligatori nel 2009.
Janez Potocnik, commissario europeo per lambiente, ha dichiarato in proposito: Negli ultimi trentanni la qualità delle acque di balneazione in Europa è notevolmente migliorata grazie a norme europee e nazionali, ma il nostro lavoro non è finito. Anche se ormai da dieci anni la qualità delle acque fa registrare livelli molto positivi, dobbiamo continuare a impegnarci per mantenere i risultati ottenuti e per migliorare.
Jacqueline Mc Glade, direttrice esecutiva dellAgenzia europea dellambiente, ha commentato: Per migliorare ancora la qualità delle acque di balneazione europea è necessario coinvolgere i cittadini, che dovrebbero innanzitutto informarsi sullo stato attuale dellambiente e comprenderlo, e successivamente esigere dalle autorità competenti acque più pulite. I nostri strumenti Internet consentono ai cittadini di accedere facilmente alle informazioni sullambiente e servono da tribuna in cui possono esprimere le loro osservazioni
(LG-FF)