La legge 394/91, purtroppo dopo 25 anni mai pienamente applicata, nella sua originaria versione è servita a costruire un sistema integrato di aree protette, nazionali e regionali, grazie alle quali nel nostro Paese si sono attuate politiche di conservazione della biodiversità fino ad allora impensabili. Tutto questo non va ridimensionato ma va trasformato in un modello basato su buone pratiche da allargare a quelle porzioni di territorio italiano che sono uniche per il contesto paesaggistico e di biodiversità che rappresentano ma ancora non godono di sufficiente tutela.
Le Associazioni ambientaliste in modo unitario e coordinato così come da molto tempo non accadeva, sia pure con le proprie diverse specificità, vogliono essere protagoniste del processo di riforma della legge sui parchi e per questo hanno inviato a tutti i senatori un documento in cui espongono le proprie proposte di modifica del testo, chiedendo con forza che vengano accolte nel processo legislativo in Senato. E la posizione delle Associazioni è inoltre tutt’altro che isolata dal momento che molte sono le sollecitazioni e le preoccupazioni che vengono dalla società civile e dal mondo della cultura non solo scientifica o accademica.
Nell’attuale quadro di estrema difficoltà le risposte del disegno di legge votato in Commissione al Senato non appaiono certo sufficienti a risolvere i problemi dei Parchi. Nel testo inviato ai Senatori abbiamo evidenziato alcune criticità che vanno affrontate: da una “governance” debole e spesso politicizzata e priva di competenze alla mancata risoluzione dei problemi delle Aree Marine Protette, dalla gestione della fauna, da modificare (per non aprire varchi pericolosi nelle azioni di tutela ed evitare infrazioni comunitarie) al futuro delle riserve naturali dello Stato fino al sistema delle royalties.
Per superare la crisi dei parchi è necessaria una riforma ma serve anche altro: serve l’autorevolezza necessaria al loro rilancio e la capacità di ricollocarli al centro di un dibattito culturale nazionale e europeo sulla Natura. Le associazioni ambientaliste non si sottrarranno a questa sfida ed intendono essere protagoniste di un grande dibattito sul futuro dei Parchi e delle aree protette che parte proprio con il documento inviato ai Senatori che si accingono a discutere della riforma. Il Senato e lo stesso Governo ascoltino la nostra voce.