Legambiente – Ecco le opere pubbliche in Italia a rischio cemento taroccato.

Lagambiente lancia l’allarme sulle opere pubbliche a rischio cemento taroccato. Quello dell’Ospedale di Agrigento non è un caso isolato. “C’è in Italia un lungo elenco di opere pubbliche a rischio cemento taroccato, un business sul quale la mafia ha evidentemente messo le mani”: il vice presidente di Legambiente Sebastiano Venneri commenta così la notizia del sequestro del nuovo Ospedale San Giovanni di Dio ad Agrigento perché realizzato con cemento depotenziato.

“La vicenda di alcuni manufatti crollati con il sisma in Abruzzo – scrive Venneri –sono la punta di u n iceberg che nasconde uno scenario inquietante. Le mafie, che molto spesso detengono il monopolio nella produzione e distribuzione del calcestruzzo, hanno lucrato nel corso degli ultimi 30 anni fornendo alle opere pubbliche tanta sabbia e poco cemento”.

Tra le opere pubbliche al vaglio della Magistratura – scrive Legambiente – per calce strutto depotenziato ci sono anche il nuovo padiglione dell’Ospedale di Caltanissetta, gli aeroporti di Palermo e di Trapani, il Viadotto Castel buono e la Galleria Cozzo-Minneria dell’autostrada Palermo-Messina, il Lungomare Ma zara del Vallo, il porto turistico di Balestrate, l’approdo di Tremestieri di Messina e il Porto Isola – Diga Foranea di Gela. E addirittura il Palazzo di Giustizia di Gela e il Commissariato di Polizia di Castelvetrano.
E’questo l’elenco stilato da Legambiente sulla base dei dati delle Procure, che riportiamo nel link.

Un vero e proprio scandalo, insomma, frutto di una condotta criminale molto più diffusa di quanto si possa immaginare. “L’Ospedale San Giovanni di Dio – dice Mimmo Fontana, Presidente di Legambiente Sicilia – è un edificio costruito negli anni delle opere pubbliche finalizzate ad alimentare il sistema tangentizio, quando a prevalere era il principio della totale irresponsabilità. L’importante era fare soldi, anche a costo di mettere a rischio la popolazione. Rimane adesso da verificare la solidità di tante altre opere pubbliche segnalate dalla Protezione Civile”.

Infatti è addirittura più lunga la lista di edifici pubblici a rischio “cemento molle”al vaglio della Protezione Civile siciliana per verificare che rispondano ai criteri antisismici: su 48 edifici verificati 43 non hanno superato il test. Un fatto assai grave in una Regione che ha il 90% dei Comuni ad alto rischio sismico. Anche in questo caso colpa principale è del cemento depotenziato e il fenomeno riguarda altre Regioni italiane come Campania, Calabria, Molise e Veneto.

Tra gli edifici più a rischio ci sono proprio gli ospedali: il Cervello di Palermo, l’Ospedale Civico di Partitico, il Poliambulatorio Biondo, il padiglione 6 dell’Ospedale Piemonte di Messina, Ma anche il cine-tatro di Porto Empedocle, tante chiese, parrocchie, scuole e asili nido. A Troppa c’è una scuola media in via Coniugi Crigna il cui calcestruzzo è talmente scadente che l’ingegnere chiamato a redigere una relazione tecnica ha chiesto l’immediata demolizione dell’edificio. E mentre si costruiva la scuola pubblica Euclide a Bova Marina, appaltata ad un impresa di Reggio Calabria, “metti meno cemento e più sabbia”raccomandava un boss della mala reggina intercettato a un suo compare.

“Meno di 250 kg non lo può pompare –rispondeva l’altro – perché altrimenti rischia di bruciare una pompa del valore di 300.000 euro per gettare il cemento a 200 kg.”. Un bello spaccato di prassi e mentalità mafiosa.

(LG-FF)

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