Legambiente “Canale di Sicilia da favola blu a incubo nero?”

Pubblicato il dossier di luglio 2014 di Legambiente. I numeri dell’insensata corsa al petrolio nel mare e sul territorio siciliano.

Legambiente: “Fermare la deriva petrolifera è nell’interesse generale del Paese e di gran parte dei settori economici. Il no al petrolio non è solo una fissa di pochi come sostiene Renzi, ma la condizione necessaria per avviare anche nel nostro Paese una rivoluzione energetica, garantendo uno sviluppo futuro, anche sul piano economico e occupazionale, sicuramente molto più sostenibile e duraturo”.

In Italia riserve certe che potrebbero coprire appena un anno e mezzo di consumi. Un vero e proprio assalto al mare siciliano da parte delle compagnie petrolifere: 12.908 i chilometri quadrati interessati dai cinque permessi di ricerca già rilasciati e da altre 15 richieste di concessione, ricerca e prospezione avanzate. Questo, nonostante, già oggi nel canale di Sicilia vengano estratte (dato a fine 2013) 301.471 tonnellate, il 41% del totale nazionale del petrolio estratto in mare. Una scelta scellerata di politica energetica che non trova scusanti valide neanche dal punto di vista strategico energetico viste le esigue quantità di petrolio in gioco.

Gran parte delle richieste oggi in fase di valutazione provengono da compagnie straniere, la cui attività non porterà benefici all’economia nazionale, portando greggio e ricavi oltre confine. Una corsa all’oro nero che rischia di compromettere per sempre il futuro delle popolazioni coinvolte da possibili incidenti che metterebbero in pericolo ambiente, turismo e pesca. Goletta Verde, la storica campagna itinerante di Legambiente a difesa del mare e delle coste italiane, rilancia proprio dalla Sicilia l’appello a Governo e Parlamento affinché venga avviata anche nel nostro Paese una rivoluzione energetica, garantendo uno sviluppo futuro, anche sul piano economico, sicuramente molto più sostenibile e duraturo e soprattutto venga ridata voce e possibilità di scelta ai territori e alle popolazioni interessate dalle richieste di estrazioni avanzate dalle compagnie petrolifere.

Legambiente, inoltre, chiede a tutte le amministrazioni siciliane, alle associazioni di categoria, a partire da quelle della pesca e del turismo, agli enti parco e a tutti coloro che hanno a cuore la tutela del mare e del territorio siciliano, di fare fronte comune per fermare l’insensata corsa all’oro nero. Strada che, purtroppo, non sembra aver scelto di percorrere la Regione Sicilia.

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