Legambiente contro i nuovi permessi di trivellazione

Legambiente chiede al Governo di confermare la scelta di rinunciare alle estrazioni petrolifere con una moratoria immediata contro le trivellazioni e pubblica la mappa del mare minacciato dal petrolio.

Legambiente afferma che si è ancora lontani da una linea chiara e concreta sulla questione delle trivellazioni nel mare italiano per la ricerca e l’estrazione di petrolio. Sottolineando che se da una parte il Governo inserisce emendamenti anti trivelle nella legge di stabilità, dall’altra e rilascia nuovi permessi di ricerca (come al largo delle isole Tremiti).

Il mare italiano è ancora in pericolo: sono oltre 127mila i kmq di mare in cui 13 compagnie petrolifere, di cui 6 italiane e 7 straniere, intendono avviare attività di ricerca e prospezione per fini petroliferi. I permessi di ricerca attualmente rilasciati, dall’Adriatico al Canale di Sicilia passando per lo Ionio, sono 16 (compreso l’ultimo della Petrceltic rilasciato dal MISE a fine anno e che riguarda 373 kmq di mare vicino le isole Tremiti), per un totale di 6.327 kmq, cui si aggiungono le 38 richieste di permesso di ricerca per un totale di 23.739 kmq e le 8 istanze di permesso di prospezione per circa 96.585 kmq, oltre le 5 richieste di concessione per l’estrazione di petrolio per ulteriori 558,7 kmq. Senza dimenticare le due richieste di nuove piattaforme petrolifere Vega B di Edison nel canale di Sicilia e Ombrina di Rockhopper a largo della costa teatina in Abruzzo.

Legambiente chiede al Governo di confermare la scelta di rinunciare alle estrazioni petrolifere attivando subito una moratoria che blocchi qualsiasi autorizzazione relativa alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi.

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