Legambiente pubblica il “Primo rapporto sull’economia della bici in Italia e sulla ciclabilità nelle città”

In Italia gli spostamenti in bici generano un fatturato di 6,2 miliardi l’anno. Benefit sanitari, riduzione di smog e rumore, abbattimento dei costi ambientali e sociali delle emissioni gas serra, ma il numero di utenti della bici è identico a quello del 2008 nonostante in sette anni le ciclabili urbane siano cresciute del 50%. Pesaro, Bolzano e Ferrara sono le città più bike friendly.

Sono dodici le città italiane bike friendly. Almeno il 15% della popolazione di Cremona, Rimini, Pisa, Padova, Novara e Forlì utilizza quotidianamente la bici per i propri spostamenti. Poi ci sono ancora Ravenna, Reggio Emilia, Treviso e Ferrara con percentuali di abitanti che preferiscono il manubrio al volante che oscillanno tra il 22% e il 27%. Per arrivare infine al top di Pesaro e Bolzano, dove circa un abitante su tre pedala per raggiungere il luogo di lavoro o di studio. Tra le grandi città, invece si distingue Milano, dove lo sviluppo del sistema dei trasporti pubblici, l’introduzione dell’Area C, la rifunzionalizzazione di alcuni spazi è stata accompagnata dalla crescita della ciclabilità (oggi il 6% dei milanesi si sposta in bici), mentre Roma è in coda al gruppo: nella capitale solo 5 persone su mille usano la bici.

Sono queste le città più a misura di bici secondo quanto emerge da “A Bi Ci” il primo rapporto sull’economia della bici in Italia e sulla ciclabilità nelle città, realizzato da Legambiente in collaborazione con VeloLove e GRAB+.

Guardando i numeri: tra il 2008 e il 2015 sono stati realizzati 1.346,1 i nuovi chilometri di percorsi cicla­bili urbani nelle città capoluogo di provincia. Un incremento delle infrastrutture riservate a chi pedala addirittura del 50% in un solo settennato: l’insieme delle cicla­bili urbane è salito infatti dai 2.823,8 km del 2008 ai 4.169,9 km del 2015. Eppure nello stesso periodo la percentuale di italiani che utilizzano la bici per gli spostamenti è rima­sta immutata: era il 3,6% nel 2008 ed era ancora il 3,6% nel 2015.

Una prima spiegazione dell’asimmetria di questi dati – evidente crescita dei percorsi dedicati ed evidente stasi della quota di utenti – risiede ov­viamente nella qualità delle infrastrutture. Sono moltissimi i casi in cui le piste ciclabili urbane sono realizzate con standard costruttivi illogici e incoerenti, con sedi inadeguate e spesso concor­renziali con la pedonalità (sui marciapiedi), senza un’analisi preventiva dei flussi di utenti che potreb­bero intercettare e conseguentemente senza una verifica, a posteriori, dell’efficacia dell’intervento in termini di aumento della ciclabilità e della diminu­zione delle altre modalità di trasporto.

Lo studio di Legambiente sottolinea la necessità di realizzare percorsi ciclabili sicuri e di qualità. I tracciati per le bici devono essere fatti con criterio (i punti di origine e di destinazione non devono essere casuali ma coincidenti con forti attrattori di mobilità come università, quartieri ad alta densità abitativa, stazioni ferroviarie e della metropolitane), il fondo stradale delle piste deve avere caratteristiche tecniche che lo rendano scorrevole, gradevole e percorribile tutto l’anno (anche in caso di forti piogge). Nel disegnare nuovi itinerari si deve dare priorità a quelli che favoriscono l’intermodalità con i servizi di trasporto su ferro e altri mezzi che consentono di salire a bordo con la bici.

Per quanto riguarda la produzione di bici, l’Italia si conferma essere il maggior produttore, con una quota di mercato prossima al 18%. La vendita delle biciclette nel mercato nazionale unita all’export ha generato nel 2015 un giro d’affari di 488.000.000 €, a cui bisogna aggiungere quello del mercato di parti e accessori.

Il cicloturismo produce, invece, 2 miliardi di euro l’anno, mentre il bike sharing si conferma una realtà piuttosto diffusa su tutto il territorio. Milano, Brescia, Bergamo, Aosta, Pisa e Lodi superano una disponibilità media di 2 biciclette ogni 1.000 abitanti, mentre a Perugia, Palermo e Napoli sono meno di un decimo (0,2). Nell’ultimo quinquennio in Italia è cresciuto poi il mercato delle bici a pedalata assistita, anche se il trend è più contenuto rispetto a quello di altri Paesi UE.

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