ARPAT ha messo a confronto gli ambiti analizzati dai tre progetti citati, ha evidenziato come molti aspetti siano comuni a tutti e tre e ha spiegato come l’europeo Quality of life sia partito inizialmente analizzando 8 tematiche per poi assestarsi alle 11 attuali, andandosi praticamente ad allineare con quello OCSE.
Per quanto riguarda nello specifico il parametro ambientale, l’indice OCSE prende in considerazione solo 2 indicatori (percentuale di persone che riferiscono di essere soddisfatte della qualità delle acque locali; concentrazione media di PM2,5 nelle città con popolazione superiore a 100.000), Eurostat invece 5 (Esposizione all’inquinamento atmosferico da particolato, Inquinamento, sporcizia o altri problemi ambientali, Rumore dai vicini o dalla strada, Soddisfazione media per Paesaggio e ambiente costruito, Percentuale della popolazione che valuta la propria soddisfazione per Paesaggio e ambiente costruito come alta, media o bassa). Il BES, invece, per descrivere la dimensione ambiente ha utilizzato nell’ultima edizione ben 18 indicatori:
– Emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti
– Quantità di materiali trasformati in emissioni, rifiuti o nuovi stock
– Dispersione da rete idrica comunale
– Conferimento dei rifiuti urbani in discarica
– Percentuale di centraline dei comuni capoluogo di provincia con misurazioni valide che hanno registrato più di 35 giorni/anno di superamenti del valore limite giornaliero previsto per il PM10
– Percentuale di centraline dei comuni capoluogo di provincia con misurazioni valide che hanno superato il valore limite annuo previsto per l’NO2
– Percentuale di coste balneabili sul totale delle coste
– Metri quadrati di verde urbano per abitante
– Soddisfazione per la situazione ambientale
– Estensione dei siti di interesse nazionale in ettari
– Popolazione esposta al rischio di frane
– Popolazione esposta al rischio di alluvioni (indicatore nuovo)
– Quota percentuale dei carichi inquinanti confluiti in impianti secondari o avanzati
– Quota percentuale delle aree naturali protette terrestri che sono incluse nell’elenco ufficiale delle aree protette e in quello della Rete Natura 2000
– Percentuale di persone di 14 anni e più che ritiene l’estinzione di specie vegetali/animali tra le 5 preoccupazioni ambientali prioritarie
– Percentuale di consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili sul totale dei consumi interni lordi
– Percentuale di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani raccolti
– Impermeabilizzazione del suolo da copertura artificiale (indicatore nuovo)
Per quanto riguarda i risultati del rapporto BES 2018, relativamente alla dimensione ambiente, ARPAT segnala che la maggior parte degli indicatori si presentano stabili rispetto all’anno precedente. Segno negativo lo registrano la qualità dell’aria nelle città (sia per PM10 che NO2) e il rischio idrogeologico (popolazione esposta al rischio di frane e al rischio di alluvioni). Segno positivo proviene, invece, dalla gestione dei rifiuti (conferimento dei rifiuti urbani in discarica e raccolta differenziata dei rifiuti urbani) e dalla maggiore attenzione alla perdita di biodiversità.