Lotta alla discriminazione sul lavoro.

La Commissione europea ha inviato a 11 Stati membri pareri motivati sollecitandoli a dare piena attuazione alle norme UE che proibiscono la discriminazione sul lavoro basata su religione e convinzioni personali, età, handicap e orientamento sessuale.

I paesi interessati – Repubblica ceca, Estonia, Irlanda, Grecia, Francia, Italia, Ungheria, Malta, Paesi bassi, Finlandia e Svezia – hanno due mesi per rispondere e, se non lo facessero, la Commissione potrebbe decidere di adire la Corte di Giustizia europea.

La Commissione ha inoltre inviato una lettera di costituzione in mora alla Lettonia e alla Lituania.

La direttiva 2000/78/CE sulla parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro è stata adottata nel 2000 e fissava al dicembre 2003 il termine di recepimento negli ordinamenti nazionali.

Il Commissario europeo responsabile per l’occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità, Vladimir Spidla, ha dichiarato che: “Gli Stati membri hanno già fatto molto per assicurare che i cittadini abbiano diritto alla parità di trattamento sul lavoro. Ma in certi casi occorre migliorare le norme affinché tali diritti vengano attuati. La parità di trattamento nell’occupazione è essenziale per dare a tutti la possibilità di contribuire all’economia e di partecipare alla vita sociale.

Ma le direttive UE non possono realizzare appieno le loro potenzialità se non sono recepite integralmente e correttamente nella normativa degli Stati membri”.

(LG-FF)

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