Luce artificiale, tutti i rischi per la salute

Patologiche epidemiche, come l’obesità, il diabete, le malattie cardiovascolari, la depressione e l’ictus

Luce artificiale, tutti i rischi per la salute

Da conquista tecnologica a rischio per la salute: sarebbe questa la parabola storica della luce artificiale secondo un articolo di commento apparso sulle pagine di “Nature” a firma di Charles Czeisler, del dipartimento di Medicina del sonno della Harvard Medical School.

La luce artificiale è uno dei fattori più strettamente associati alla deprivazione di sonno, una condizione molto comune nella nostra società e che costituisce uno dei fattori di rischio per condizioni patologiche che assumono sempre di più dimensioni epidemiche, come l’obesità, il diabete, le malattie cardiovascolari, la depressione e l’ictus.

L’esposizione alla luce di uno schermo è un fattore di rischio per la deprivazione di sonno e quindi per patologie come l’obesità (© Tom Grill/Corbis)

Recenti ricerche in questo campo, condotte sia sul modello animale sia direttamente sull’uomo, hanno mostrato per esempio che stare svegli più a lungo altera l’espressione di centinaia di geni. A livello comportamentale, si è visto invece che la veglia prolungata induce a mangiare di più, ben oltre le necessità energetiche dell’organismo.
E ci sono effetti misurabili anche sul sistema immunitario: per mantenere il suo equilibrio, l’organismo necessita di un congruo numero di ore di sonno per notte.

Ancora più evidenti sono gli effetti sulle facoltà psichiche: a essere più colpite sono la capacità di attenzione, di concentrazione e di apprendimento, e anche l’umore può farne le spese; inoltre, si determina un incremento dello stato di ansia e di depressione che alcuni studi hanno correlato addirittura a un maggior tasso di suicidi.

A lamentare un numero insufficiente di ore di sonno (tipicamente la soglia per gli adulti è di sei ore per notte), secondo le statistiche è ormai circa un terzo degli statunitensi adulti attivi, mentre era il 3 per cento solo 50 anni fa.

Non va meglio ai più piccoli, se è vero, come mostrano i dati, che in tutto il mondo i bambini dormono in media 1,2 ore per notte in meno rispetto a un secolo fa.

Le cause di questo spostamento vanno senz’altro ricercate nella tendenza sociale a spostarsi sempre più verso una produzione di beni e di servizi 24 ore su 24 e sette giorni su sette, le cui conseguenze sono evidenti dagli studi su soggetti che lavorano su turni di notte.

Ma non è da trascurare la deprivazione di sonno volontaria e per attività ricreative, come restare svegli davanti alla televisione

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