Il trattato, che ha preso il nome della città giapponese vittima di un grave caso di inquinamento da mercurio (Hg), prevede controlli e riduzioni che riguardano una serie di prodotti, processi e industrie, in cui viene utilizzato, rilasciato o emesso Hg, allo scopo di contrastarne l’estrazione diretta, l’esportazione e l’importazione del metallo, e lo stoccaggio in sicurezza di rifiuti contenenti Hg. La Convenzione di Minamata sul mercurio è entrata in vigore il 26 agosto 2017.
L’Italia deve ancora ratificare il trattato.
L’Unione Europea nel 2005 ha lanciato la strategia Ue sul mercurio, che prevede restrizioni alla vendita di apparecchiature come termometri e pile, il divieto di esportazione di Hg, nuove norme in materia stoccaggio in sicurezza e 20 misure per ridurre le emissioni di Hg, limitarne l’offerta e la domanda e proteggere le popolazioni potenzialmente esposte. Peraltro, un recente rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente ha mostrato come il mercurio sia ancora una fonte importante di inquinamento in Europa, nonostante l’Unione europea ne abbia vietato o limitato l’uso in molti prodotti e processi industriali
Il progetto CISAS (Centro Internazionale di Studi avanzati su Ambiente, ecosistema e Salute umana), coordinato dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), sta studiando l’associazione tra ambiente e salute in siti contaminati, e specificamente nei SIN (Siti di Bonifica di Interesse Nazionale) di Priolo, Milazzo e Crotone. Tra i tanti inquinanti presenti nei tre SIN, l’attenzione dei ricercatori si è concentrata anche sul mercurio, rappresentato in particolare nel SIN di Priolo, dove la preoccupazione per la contaminazione si accompagna a quella per la ritardata bonifica.
In un lungo articolo su Micron, alcuni ricercatori di vari istituti di ricerca fanno il punto sulla situazione relativa a questo inquinante ed agli impatti che produce sulla salute umana.