Ministero del Lavoro: presentato il nuovo Ispettorato Nazionale del Lavoro

Il primo dicembre 2016 è stato presentato, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il nuovo Ispettorato Nazionale del Lavoro, l’agenzia istituita dal Jobs Act per razionalizzare le funzioni di vigilanza sul mercato del lavoro.

Il primo dicembre 2016 è stato presentato alla stampa, presso la sede di via Veneto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il nuovo Ispettorato Nazionale del Lavoro, l’agenzia istituita dal Jobs Act per razionalizzare le funzioni di vigilanza sul mercato del lavoro. Ad incontrare i giornalisti, il titolare del dicastero, Giuliano Poletti, il Direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, Paolo Pennesi e il Direttore generale per l’Attività ispettiva del Ministero, Danilo Papa.

“Questo Ministero e questo Governo sono convinti che le imprese sono una infrastruttura fondamentale per lo sviluppo del Paese: a noi però stanno a cuore solo quelle che rispettano la legge, perché sono le uniche capaci di creare un’occupazione di qualità e competere in un mercato sempre più complesso; per le altre, quelle che scelgono scorciatoie sul terreno del rispetto delle norme di sicurezza, sui salari e sulla previdenza, non c’è futuro”. È il commento rilasciato ai giornalisti intervenuti alla conferenza stampa dal Ministro Poletti. “Con l’attivazione di questo nuovo importante strumento – ha aggiunto – si completa il mosaico della riforma del mercato del lavoro: da oggi sarà possibile razionalizzare l’uso di tutte le risorse impegnate nell’attività di vigilanza del Ministero, dell’INPS e dell’INAL, per rendere più efficienti ed efficaci i controlli nei confronti delle imprese che operano nell’illegalità”.

La nuova Agenzia nasce, infatti, con una dote importante di risorse umane, strumentali e finanziarie, avendo all’attivo le infrastrutture dei diversi enti impegnati sinora separatamente nelle attività di vigilanza. La sfida per il nuovo management dell’Ispettorato è migliorare le performance del vecchio sistema, assicurando una nuova e più incisiva regia a tutti gli attori in campo.

“L’Ispettorato Nazionale del Lavoro è un’agenzia pubblica che aggrega gli uffici e le risorse del Ministero del Lavoro, dell’INPS e dell’INAIL – ha sottolineato il nuovo Direttore dell’Ispettorato, Paolo Pennesi – un sistema complesso che può contare su circa 8.000 uomini, di cui 4.500 ispettori, distribuiti su tutto il territorio nazionale in 78 uffici provinciali e 4 interregionali: Il nostro obiettivo è sfruttare al meglio queste risorse per migliorare la performance delle ispezioni ed assicurare il rispetto della legalità e delle tutele dei lavoratori”.

L’attività ispettiva, infatti, si rivolge potenzialmente a un bacino di 1 milione e mezzo di imprese. In questo quadro, l’attività non può che essere svolta a campione, quindi è essenziale riuscire a individuare, con la maggiore efficacia possibile, l’ambito di potenziale illegalità che il mondo produttivo presenta.

“Il nuovo Ispettorato inizia la sua attività raccogliendo il testimone dalle diverse strutture impegnate sinora nella vigilanza che hanno già cominciato a collaborare nell’ottica della futura integrazione, dimostrando di saper rendere più mirati e incisivi i controlli e facendo emergere un tasso di irregolarità complessivo pari a circa il 61%, a fronte del 59,51% registrato nei primi tre trimestri dello scorso anno – ha concluso il Direttore generale per l’Attività ispettiva del Ministero, Danilo Papa – risultati che la nuova Agenzia saprà certamente migliorare”.

Il bilancio sui risultati dell’attività di vigilanza svolta dal Ministero nei primi 3 trimestri del 2016 evidenzia come, nonostante alcune difficoltà legate a manifestazioni di insofferenza verso gli organi di controllo, lo svolgimento delle funzioni istituzionali del personale ispettivo, dimostra di contribuire efficacemente al ripristino della legalità ed alla diffusione di prassi orientate al rispetto della normativa vigente. L’esito dei controlli, infatti, presenta il conseguimento di risultati positivi che, se confrontati con quelli dei primi tre trimestri dell’anno precedente, appaiono ancora più significativi.

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