“Voglio fare una brevissima premessa, affinché non ci siano fraintendimenti tra la posizione italiana sul clima e la posizione specifica sulla proposta legislativa relativa ai settori non-ETS presentata dalla Commissione. L’Italia è tra i Paesi più virtuosi in termini di riduzione delle emissioni, grazie alle politiche e alle misure che abbiamo messo in atto nel periodo 2013-2020.
Siamo tra i Paesi con emissioni pro-capite più basse in Europa, tra i Paesi più efficienti a livello globale, e tra i Paesi con una maggiore percentuale di produzione di energia da fonti rinnovabili in Europa e forse nel mondo. Questo siamo oggi e questo noi vogliamo continuare a essere in futuro. Siamo pronti a fare la nostra parte per portare a compimento gli impegni presi come sanciti dalle Conclusioni del Consiglio di ottobre 2014 sotto la presidenza europea italiana, ratificheremo il processo di Parigi 2014 entro Marrakech, entro la Cop 22.
Per quanto riguarda la proposta della Commissione, riteniamo che questa non rifletta il principio di equità affermato nel Consiglio europeo dell’ottobre 2014, così come il principio di convergenza delle emissioni pro-capite. Pertanto non possiamo fare a meno di rappresentare le nostre forti perplessità e preoccupazioni in merito alla definizione della metodologia di distribuzione degli oneri tra gli Stati membri Riteniamo che, nel rispetto dell’integrità ambientale, che condividiamo pienamente, si debba trovare una soluzione adeguata agli aspetti distorsivi delle proposte. Ciò potrà essere perseguito riconoscendo gli sforzi che il nostro Paese ha già condotto e che ci consentiranno non solo di raggiungere, ma ampiamente superare i nostri obblighi di riduzione al 2020.
Sarebbe infatti un paradosso non riconoscere nelle proposte gli sforzi già fatti, che hanno consentito a tutti un impatto complessivo europeo positivo in termini proprio di integrità ambientale. Ci auguriamo che tale principio trovi il giusto spazio nelle prossime tappe negoziali. Per quanto riguarda l’introduzione della flessibilità del settore LULUCF, così come strutturata nella proposta Effort Sharing, riteniamo che questo non premi i Paesi con una migliore gestione agricola ed appare così nuovamente non equa in termini di distribuzione del target. Occorre quindi che si tenga conto, nella distribuzione di questa flessibilità, anche dell’effettivo contributo emissivo assoluto di ogni Stato membro rispetto alle emissioni agricole europee. Inoltre, credo che assicurare l’integrità ambientale della proposta, voglia dire valutare il bilancio europeo di emissioni e assorbimenti nel suo complesso, in pieno rispetto di quanto stabilito dall’Accordo di Parigi, che esplicitamente richiede ai Paesi di raggiungere quale obiettivo di lungo termine, un equilibrio tra emissioni e assorbimenti.
La piena inclusione del settore LULUCF nella proposta, sia gli assorbimenti che le emissioni, rappresenta un contributo fondamentale alla mitigazione dei cambiamenti climatici e fornirebbe, al tempo stesso, la giusta flessibilità per gli Stati membri di adottare le proprie misure ai fini del raggiungimento degli obiettivi di riduzione previsti nella proposta. Un sistema solido e robusto di contabilizzazione e reporting consentirà di integrare pienamente il settore LULUCF negli obiettivi di riduzione EU garantendo al tempo stesso il principio di integrità ambientale”.