La decisione del gup, Antonella Bettoja, in merito all’esplosione all’Eureco del 4 novembre 2010, dove quattro operai persero la vita. Esclusi comitati di cittadini e associazioni.
Secondo i magistrati l’imputato – il titolare della ditta – avrebbe fatto sottoporre a miscelazioni non autorizzare dei rifiuti pericolosi.
Il Comune di Paderno Dugnano, l’INAIL e la Cgil sono stati ammessi come parti civili insieme alle vittime (o ai loro eredi) all’udienza preliminare a carico del titolare della Eureco, la società di smaltimento rifiuti dove il 4 novembre 2010, per un’esplosione, persero la vita quattro operai e altri tre rimasero gravemente feriti. Il gup, Antonella Bertoja, ha invece rigettato analoghe istanze presentate da una serie di comitati di cittadini e associazioni a tutela dell’ambiente, contro l’amianto, per il rispetto dei diritti sul lavoro, ritenendo che queste non abbiano titolo per chiedere un risarcimento dei danni.
Tra le accuse omicidio colposo plurimo e violazione delle norme sulla sicurezza.L’imputato, in qualità di amministratore unico della società, è accusato di omicidio colposo plurimo aggravato dal numero delle vittime e dalla violazione delle normative sulla sicurezza, lesioni colpose gravissime, incendio colposo, frode fiscale, nonché stoccaggio, traffico e smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. In base a quanto ricostruito dal pm, Piero Basilone, la deflagrazione sarebbe stata provocata da miscelazioni non autorizzate di rifiuti pericolosi (setacci molecolari), manipolati dagli operai in violazione della normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. L’imputato in passato ha patteggiato un anno e 4 mesi di reclusione per l’omicidio colposo di un altro operaio morto a causa di un incendio scaturito dalla miscelazione di rifiuti.
La delusione di comitati civici e associazioni. La decisione del gup è stata fortemente criticata dal Comitato a sostegno delle famiglie delle vittime e dei lavoratori Eureco che, in comunicato, ha espresso “grande delusione”. “Come Comitato, pur rispettando il provvedimento emesso dal giudice, esprimiamo tutta la nostra amarezza e disappunto – si legge nella nota – per una pronuncia che non ha considerato la documentazione versata in atti e le ‘numerose’ decisioni assunte nel tempo dall’Autorità Giudiziaria di ammissione della costituzione di parte civile delle predette associazioni in procedimenti penali assolutamente (e tragicamente) analoghi a quello in esame”.
L’udienza proseguirà il 28 settembre.