Morti petrolchimico Mantova: 10 condanne, 2 assolti

Si è concluso così il primo grado del processo per la morte di undici operai al petrolchimico tra il 1970 e il 1989 a causa dell’esposizione a sostanze cancerogene

Le condanne riguardano i dieci ex manager dei vari gruppi industriali che nel corso degli anni si sono succeduti nello stabilimento. Assolti, invece, altri due ex alti dirigenti. La condanna riguarda il reato di omicidio colposo mentre sono stati tutti assolti per l’altro reato di rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. La sentenza, molto complessa, è stata letta dal giudice Grimaldi dopo una camera di consiglio durata sei ore: ci sono voluti 23 minuti per leggerla tutta.
Tra i condannati Andrea Mattiussi, ex amministratore delegato, all’epoca dei fatti (dal 1986 al 1989), di Montedipe, società confluita da Enimont a Enichem del gruppo Eni: il giudice gli ha inflitto una condanna a 4 anni e 3 mesi di reclusione per la morte di 4 operai. La pena più pesante, 8 anni e 10 mesi, è stata inflitta a Amleto Cirocco, direttore dello stabilimento di Mantova dal 1976 al 1980, ritenuto responsabile della morte di dieci operai. Tra i condannati anche Giorgio Mazzanti, amministratore delegato di Montedison dal 1970 al 1972 (5 anni) e Pier Giorgio Gatti (7 anni e 6 mesi), amministratore di Montedison dal 1977 al 1981.
Assolti Giorgio Porta, amministratore delegato dal 1972 al 1976 e Giorgio Schena, direttore dello stabilimento mantovano per tre mesi nel 1989. Alle undici famiglie degli operai deceduti sono state riconosciute provvisionali per un totale di 7 milioni di euro (il risarcimento danni complessivo dovrà essere affrontato in un’altra causa civile). Provvisionali di 30mila euro a testa anche a Comune, Provincia di Mantova, Regione Lombardia e sindacati.
Soddisfatto il procuratore capo di Mantova, Antonino Condorelli, pubblico ministero al processo: “Credo che sia la prima sentenza in Italia che correla i tumori del sangue al benzene”. “Questo dimostra che la giustizia non è uguale per tutti” ha commentato uno dei parenti delle due vittime escluse dal risarcimento. “Vedremo le motivazioni e poi decideremo se presentare appello o no” hanno detto i legali della difesa. Il processo si era aperto nel gennaio del 2011 dopo un’indagine iniziata nel 2001. Degli undici operai deceduti, dieci erano affetti da mesotelioma pleurico contratto a causa dell’esposizione all’ amianto, uno da leucemia: quest’ultimo, come ha riconosciuto il pm Condorelli, è l’unico caso in Italia in cui sia stato riconosciuto il nesso tra tumori del sangue ed esposizione al benzene.

Fonte: Ansa

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