Napolitano: Bilancio e significato celebrazioni 150 Anni Unità d’Italia

Il Paese ha ritrovato e potenziato il senso dell’interesse generale da far prevalere su ogni interesse particolare. Il valore della coesione sociale e nazionale leva per superare sfide e prove ineludibili
Per la concessione del logo ufficiale delle celebrazioni istituito sono giunte oltre 4.000 richieste oltre a circa 4.500 oltre a proposte pervenute singoli cittadini, con lettere indirizzate a tale proposito al Presidente della Repubblica da tutte le Regioni d’Italia.

Intervento del Presidente Napolitano all’incontro “Bilancio e significato delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia“.

Il Paese ha ritrovato e potenziato il senso dell’interesse generale da far prevalere su ogni interesse particolare. Il valore della coesione sociale e nazionale leva per superare sfide e prove ineludibili.

Il Presidente della Repubblica (leggi l’intervento al link riportato a fianco), ha ricordato che per la concessione del logo ufficiale delle celebrazioni istituito sono giunte oltre 4.000 richieste oltre a circa 4.500 oltre a proposte pervenute singoli cittadini, con lettere indirizzate a tale proposito al Presidente della Repubblica da tutte le Regioni d’Italia.

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Il Presidente della Repubblica ha concluso l’intervento, ricordando:
Continuiamo dunque a coltivare, a tener vivo quel sentimento che è anche impegno di coesione, approfondendolo sul piano della consapevolezza storica e del costume civile, e connettendolo con la prospettiva del crescere insieme in Europa, fianco a fianco con le altre nazioni e gli altri popoli del continente cui è consegnato il nostro comune futuro.

Ho detto “continuiamo”.
Sì, perché è finito l’anno delle celebrazioni del grande nuovo inizio per l’Italia segnato dal 17 marzo del 1861, ma non è finita l’opera del rilancio del nostro patrimonio unitario, e non può mancare la determinazione nel portarla avanti.

Sancisce e stimola la continuità del nostro impegno collettivo a interrogarci sulla storia dell’Italia unita, a studiarla e discuterla, la decisione, che saluto, di fare del 17 marzo, in via permanente, la “Giornata dell’anniversario dell’Unità d’Italia”.

E già si presenta vicina e concreta la scadenza del centenario – il 1915, per il nostro paese – della 1a Guerra Mondiale, passaggio storico cruciale per lo Stato unitario sorto da poco più di cinquant’anni e per un popolo che ancora conosceva poco sé stesso e per la prima volta si riuniva in una drammatica e complessa esperienza comune.
Proseguono programmi scolastici felicemente avviati per il Centocinquantenario, restano aperti o stanno per aprirsi canali informatici e restano disponibili materiali didattici, come in particolare ci si suggerisce da Torino, che nel 2010-2011 è già stata centro propulsore ed esempio operoso per il programma complessivo delle celebrazioni dei nostri 150 anni.
Faremo tutti la nostra parte come nel periodo celebrativo che oggi si conclude; la faremo nella convinzione di coltivare un filone non esteriore e rituale ma autentico e vitale, di azione sociale e pubblica, di pedagogia e di partecipazione nazionale, capace di portare a un livello più alto la coscienza civile, la coesione e la volontà di progresso degli italiani.

(Red)

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