Nel report “Mediterraneo in fiamme” il WWF esamina le cause scatenanti e le possibili soluzioni per fronteggiare l’emergenza incendi

Pubblicato il report WWF sugli incendi nell’area mediterranea, l’Italia, con una superficie bruciata media annua di 72.945 ettari, si pone ben al di sopra della media dei Paesi dell’area (poco più di 62.000 ettari) ed è terza dietro a Portogallo e Spagna. Diminuisce il numero degli incendi ma aumenta l’estensione delle superfici bruiciate, in Italia nel 2020 si sono verificati sette incendi che hanno coinvolto aree estese oltre i 500 ettari, e a partire dal 2017 una nuova generazione di incendi è apparsa nell’Europa mediterranea si tratta dei mega-incendi, che superano per dimensione e portata i grandi incendi e generano vere e proprie tempeste di fuoco.

Come emerge dal report del WWF “Mediterraneo in fiamme” l’Italia, con una superficie bruciata media annua di 72.945 ettari, si pone ben al di sopra della media dei Paesi del bacino del Mediterraneo (poco più di 62.000 ettari) ed è terza dietro a Portogallo e Spagna. A fronte di una diminuzione numerica degli incendi, aumenta purtroppo l’estensione delle superfici percorse dal fuoco, in Italia, nel 2020, si sono verificati 7 incendi che hanno coinvolto aree estese oltre i 500 ettari, il più grande dei quali ha bruciato oltre 3.000 ettari nella provincia di Trapani alla fine di agosto.
A partire dal 2017 una nuova generazione di incendi è apparsa nell’Europa mediterranea, superando per dimensione e portata i grandi incendi. Si tratta dei mega-incendi, che generano vere e proprie tempeste di fuoco. Dall’1 gennaio e fino al 14 luglio EFFIS (European Forest Fire Information System) ha registrato in Italia in totale 157 incendi con superficie maggiore di 30 ettari, mentre la media annua tra il 2008 e il 2020 si attesta a 66, nello stesso arco di tempo (1/1-14/7) la superfice totale incendiata ammonta a 26.931 ettari.

In media, l’uomo è responsabile del 96% degli incendi, che possono essere accidentali causati da negligenza o generati intenzionalmente, mentre solo il 4% degli incendi è dovuto a cause naturali.
Il progressivo abbandono delle aree rurali e il conseguente recupero della vegetazione spontanea creano condizioni estremamente favorevoli al diffondersi delle fiamme, l’aumento degli usi non agricoli dello spazio rurale facilitano l’innesco di fuochi accidentali e non. Determinante è inoltre l’aumento significativo delle temperature medie globali provocate dal cambiamento climatico.

La maggiore incidenza di fenomeni climatici estremi, dovuti al cambiamento climatico, interagisce con i cambiamenti socio-economici e con l’uso del suolo in Italia e in tutto il Mediterraneo. In Italia il patrimonio forestale costituisce il 35% del territorio nazionale e svolge importanti servizi ecosistemici a favore della collettività, come la tutela idrogeologica, la capacità di assorbimento di carbonio dall’atmosfera, la conservazione della biodiversità, lo svolgimento di attività turistico-ricreative. In Europa si stimano in circa 3 miliardi di euro l’anno i danni prodotti dagli incendi boschivi.
Gli scenari climatici definiti dal Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC) dimostrano come in Italia, in conseguenza dell’innalzamento della temperatura media, dell’allungamento di periodi siccitosi e della diminuzione di precipitazioni durante l’anno, è previsto un aumento del rischio incendi. I fattori climatici infatti aumentano il rischio incendi amplificando e rafforzando gli effetti dovuti alla cattiva gestione del territorio.
Il CMCC prevede inoltre nei prossimi decenni un incremento del rischio incendi superiore al 20% in tutti gli scenari climatici e un allungamento della stagione degli incendi compreso tra 20 e 40 giorni. Questi fenomeni potranno determinare in Italia un aumento delle superfici percorse da incendi compreso tra il 21% e il 43% a seconda dello scenario considerato.

LE 5 RACCOMANDAZIONI DEL WWF PER RIDURRE IL RISCHIO E L’INCIDENZA DEGLI INCENDI NEL BACINO DEL MEDITERRANEO
– RIDURRE L’ALTO TASSO DI INCIDENTI E PORRE FINE ALL’IMPUNITÀ attraverso la prevenzione e le condanne agli incendiari.
– RIDURRE L’INFIAMMABILITÀ DEL PAESAGGIO attraverso piani di prevenzione efficaci e la mappatura delle aree a rischio.
– MIGLIORARE LE CAPACITÀ DI DIFESA CIVILE, attraverso il miglioramento del coordinamento delle emergenze e l’educazione alla cultura del rischio.
– MIGLIORARE LA GOVERNANCE DELLA GESTIONE DEGLI INCENDI, potenziando il coordinamento della prevenzione e della soppressione.
– CONTRASTARE EFFICACEMENTE LA CRISI CLIMATICA, riducendo le emissioni di gas serra e aumentando la capacità di assorbimento di foreste e altri ecosistemi. Le istituzioni devono accelerare la transizione energetica verso un futuro senza combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) con politiche che spingano in modo molto più ambizioso le energie rinnovabili assieme a risparmio ed efficienza energetica. Bisogna inoltre varare finalmente il Piano Nazionale di Adattamento, nonché i piani Regionali.

Fonte: WWF

Vai al comunicato stampa…

Vai al report “Mediterraneo in fiamme”…

Precedente

Prossimo