La norma stabilisce un minimo di competenze per la qualificazione dei tecnici che effettuano la ricostruzione degli incidenti stradali, delle cause tecniche che li hanno determinati e dei comportamenti delle persone coinvolte nell’evento.
Il tecnico dell’infortunistica stradale è un professionista indipendente che in ambito giudiziario, nella sua qualità di esperto, ricostruisce la dinamica di un incidente stradale per conto di un’Autorità giudiziaria. L’attività del tecnico riveste un ruolo molto delicato e spesso decisivo, in quanto dalla ricostruzione effettuata dipendono spesso gli esiti dei procedimenti giudiziari, con conseguenze immediate a livello penale, civile ed economico.
La revisione della norma è stata effettuata dal GL “Ricostruzione degli incidenti stradali” all’interno della Commissione tecnica UNI “Costruzioni stradali ed opere civili delle infrastrutture”.
“Il gruppo di lavoro si è costituito nel 2005. – spiega Dario Vangi, il coordinatore – La norma sulla qualificazione dei tecnici è nata da una esigenza molto sentita, soprattutto in ambito giudiziario dove spesso è difficile orientarsi in mancanza di precisi requisiti. La norma è un elemento di razionalizzazione”.
L’aggiornamento della UNI 11294 è avvenuto alla luce del quadro europeo sulle professioni e dei più recenti lavori normativi sulla qualifica delle professioni non regolamentate.
“Il nuovo testo tiene conto dello schema EQF (European Qualifications Framework, n.d.r.) e ovviamente del modello rappresentato dalle norme UNI sulle professioni non regolamentate. Così, adeguandosi a questa nuova impostazione, la norma intende definire in maniera chiara conoscenze, abilità e competenze che il tecnico per la ricostruzione e l’analisi degli incidenti stradali deve possedere”.
La qualificazione di questa specifica professionalità è un aspetto importante perché in grado di mettere ordine in un campo che, sebbene ristretto, manca di precisi punti di riferimento.
“Si tratta di un mercato di nicchia: gli operatori in tutta Italia sono circa duemila. Ma data anche la delicatezza del tema riteniamo che l’attuale revisione della norma sia una grande opportunità di miglioramento. E’ un tassello per fare chiarezza. Un modo – conclude Vangi – per avere uniformità nel mercato e una qualifica riconosciuta secondo parametri definiti”.