Nucleare, intesa Berlusconi Sarkozy-Legambiente: “Accordo pericoloso e miope”.

Dopo l’accordo fra il Presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, con il Presidente della Repubblica francese, Sarkozy, per la costruzione di 4 centrali nucleari di terza generazione in Italia le associazioni ambientaliste, in particolare, hanno dichiarato un corale no a tale accordo definendolo – come ha dichiarato Legambiente – “Un accordo pericoloso e miope”.

Come si legge nella nota che riportiamo nel link, Legambiente ha definito l’accordo “pericoloso e miope”, perché tutti gli studi internazionali mostrano che il nucleare è la fonte energetica più costosa e perché rimane aperta la questione delle scorie e della sicurezza”.

Così Vittorio Cogliati Dezza, Presidente di Legambiente, valuta il protocollo intergovernativo firmato a Roma da Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy e i due memorandum siglati da Enel e Edf che coprono tutta la filiera del nucleare e prevedono la costruzione di 4 centrali nucleari di terza generazione in Italia, la prima operativa dal 2020.

Secondo Legambiente, il Governo Berlusconi ha deciso per un ritorno del nucleare nel nostro Paese, con un obiettivo dichiarato di produrre il 25% dell’energia elettrica dall’atomo. Per promuovere questa decisione ha inaugurato da qualche mese una campagna di disinformazione sulle presunte opportunità che queste scelta garantirebbe al nostro Paese. Col nucleare, secondo l’Esecutivo, l’Italia rispetterà l’accordo europeo 20-20-20 per la lotta ai cambiamenti climatici (secondo cui entro il 2020 tutti i Paesi membri devono ridurre del 20% le emissioni di CO2 del 1990, aumentare del 20% il contributo delle rinnovabili al fabbisogno energetico, ridurre del 20% i consumi energetici), ridurrà il costo dell’energia e le importazioni, grazie alle non meglio identificate centrali di “nuova” generazione, descritte come sicure, pulite e tecnologicamente avanzate.

Se l’Italia decidesse di puntare sul nucleare, causa le ingentissime risorse necessarie per sostenere questa avventura, abbandonerebbe qualsiasi investimento per lo sviluppo delle rinnovabili e per il miglioramento dell’efficienza, che sono invece le soluzioni più immediate ed efficaci per recuperare i ritardi rispetto agli accordi internazionali sulla lotta ai cambiamenti climatici, e rinuncerebbe alla costruzione di quel sistema imprenditoriale innovativo e diffuso in grado di competere sul mercato globale, che ad esempio in Germania occupa ormai 250.000 lavoratori.

Legambiente lancia una grande mobilitazione nazionale, fatta di tante iniziative, da organizzare insieme ad una ampia alleanza di sigle associative, ambientaliste e non, con l’o obiettivo di rispondere alle bugie del Governo e dei nuclearisti, ristabilire la verità sulla dannosità del nucleare e la sua inutilità per il raggiungimento del 20-20-20, alimentare il dibattito a livello territoriale sui due scenari energetici alternativi futuri che devono comprendere (secondo il governo) o meno (secondo noi) la produzione di elettricità dall’atomo
Anche il WWF si è schierato contro l’iniziativa di un ritorno al nucleare, in quanto non la considera una soluzione.

In sei punti, il WWF dimostra i punti deboli dell’energia nucleare, dalla materia prima, ai costi economici e ambientali. L’indipendenza energetica ricorrendo al nucleare è una favola, perché l’Italia non possiede miniere di uranio, quindi siamo destinati comunque alla dipendenza da fonti di importazione, così come oggi lo siamo con il petrolio e il gas. Efficienza e fonti rinnovabili queste sì –afferma il WWF- che le abbiamo in casa nostra.

(LG-FF)

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