Nuova direttiva sulla qualità dell’aria, la proposta della Commissione Europea per contribuire alla realizzazione del Piano d’azione per l’inquinamento zero

La Commissione Europea ha avanzato la proposta di una nuova direttiva sulla qualità dell’aria, la direttiva che verrà pubblicata verosimilmente nell’arco di un paio di anni, rappresenta un tassello fondamentale per la realizzazione del “Piano d’azione per l’inquinamento zero” che prevede di ridurre entro il 2050 l’inquinamento atmosferico a livelli non più considerati dannosi per la salute umana e gli ecosistemi naturali.

 

Lo scorso 26 ottobre è stata pubblicata dalla Commissione Europea una proposta di nuova direttiva sulla qualità dell’aria dal titolo: “Proposal for a directive of the European Parliament and of the Council on ambient air quality and cleaner air for Europe”.
Con questa proposta prende avvio il processo che porterà, verosimilmente nell’arco di un paio di anni, alla pubblicazione della nuova direttiva sulla qualità dell’aria, che sostituirà e unificherà quelle attualmente in vigore (la direttiva 2008/50/EC e la 2004/107/EC), determinando, in una prospettiva di medio-lungo termine, i nuovi criteri comuni per la valutazione e la gestione della qualità dell’aria in Europa.

La proposta di nuova direttiva, rappresenta un tassello fondamentale nel percorso avviato nel 2013 con il programma “Aria pulita per l’Europa” che aveva già anticipato la necessità di fissare nuovi obiettivi per il 2020 e il 2030, mantenendo ferma la necessità di conseguire in tutta l’Unione europea la piena conformità con le norme di qualità dell’aria già vigenti il più presto possibile.
Nel dicembre 2019, nell’ambito del Green Deal europeo, la Commissione ha confermato l’impegno a migliorare ulteriormente la qualità dell’aria e ad allineare maggiormente gli standard di qualità dell’aria dell’UE alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

L’ambizione della proposta di direttiva è quella di contribuire alla realizzazione del Piano d’azione per l’inquinamento zero: ridurre entro il 2050 l’inquinamento atmosferico a livelli non più considerati dannosi per la salute umana e gli ecosistemi naturali.
La realizzazione degli obiettivi a lungo termine passa necessariamente per la realizzazione di quelli intermedi: questi prevedono la riduzione entro il 2030 di almeno il 55% (rispetto al 2005) degli impatti sulla salute dell’inquinamento atmosferico (quantificati in termini di riduzione dei decessi prematuri attribuibili all’esposizione) e del 25% di quelli sugli ecosistemi, obiettivi che potranno essere perseguiti solo se si ridurranno ancora significativamente le emissioni dei principali inquinanti.

La strategia che viene proposta prevede un approccio graduale verso la definizione degli attuali e futuri standard di qualità dell’aria dell’UE, stabilendo standard intermedi per l’anno 2030 e sviluppando una prospettiva che favorisca la possibilità di un pieno allineamento con le linee guida dell’OMS sulla qualità dell’aria entro il 2050. Nelle sue valutazioni, aggiornate nel 2021, l’Oms non stabilisce un valore al di sotto del quale non vi sia rischio, ma individua come limite inferiore di esposizione dei valori definiti “air quality guideline level” termine che può essere inteso come “livello raccomandato a cui tendere”: è il livello più basso per il quale è stato osservato un incremento della mortalità totale, di quella per cause cardiopolmonari, e di quella per cancro del polmone, con una confidenza migliore del 95%.
L’OMS ha anche definito degli interim target, cioè dei livelli più alti da considerare nelle aree particolarmente inquinate, come obiettivi da raggiungere in step successivi, attraverso l’implementazione di politiche di risanamento della qualità dell’aria.

Per quanto riguarda la valutazione della qualità dell’aria, viene richiesto agli Stati membri di istituire un certo numero di “supersiti” ovvero dei punti di misura dove, accanto agli inquinanti monitorati di routine, si eseguano determinazioni della composizione chimica del particolato, della distribuzione dimensionale e della concentrazione in numero delle particelle ultrafini, del black carbon, del potenziale ossidativo del materiale particolato, della concentrazione di ammoniaca, di numerosi idrocarburi policiclici aromatici. L’introduzione della misura strutturata di nuovi parametri, appare particolarmente rilevante sia per comprendere meglio le caratteristiche degli inquinanti e indirizzare al meglio le azioni di risanamento, che per approfondire gli studi relativi agli impatti sanitari delle diverse sostanze presenti in atmosfera.
L’obiettivo è di mettere in campo al più presto le misure necessarie per ridurre l’inquinamento atmosferico al di sotto dei limiti proposti, o almeno a ridurre al minimo il periodo di superamento, con la prospettiva di raggiungere il loro rispetto su tutto il territorio entro il 2030. I piani dovranno inoltre essere monitorati costantemente per verificarne l’effettiva implementazione ed aggiornati regolarmente qualora per tre anni consecutivi persista il superamento dei limiti.

Dati i legami tra la riduzione dell’inquinamento atmosferico e la decarbonizzazione, l’obiettivo a lungo termine di raggiungere l’ambizione di “inquinamento zero” dovrebbe essere perseguito di pari passo con la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

Fonte: SNPA

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Vai al piano d’azione UE “Verso l’inquinamento zero per l’aria, l’acqua e il suolo” (COM/2019/640 final)…

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