Il nuovo dispositivo sfrutta un processo adottato da madre natura, che coinvolgendo l’ozono, la luce del sole e la pioggia ha la capacità naturale di ripulire se stessa. Il GPAO fa la stessa cosa, ma accelerando il processo di un fattore pari a centomila volte.
GPAO è un acronimo che significa “Gas Phase Advanced Oxidation”, vale a dire ossidazione avanzata della fase gassosa: in pratica questo dispositivo abbatte lo smog ossidando i gas inquinanti, miscelandoli con ozono in presenza di lampade fluorescenti. Questo processo fa sì che si formino i radicali liberi che attaccano le particelle inquinanti creando delle sostanze appiccicose che si uniscono tra loro.
In altre parole si trasformano degli inquinanti allo stato gassoso in semplice polvere, rimovibile attraverso una superficie elettrostaticamente carica. “Chiunque abbia mai provato a spolverare uno schermo di un computer sa quanto bene polvere si appiccichi ad una superficie carica. Questo effetto significa che non abbiamo bisogno di filtri tradizionali, dando al nostro sistema un vantaggio nel lavorare con le grandi correnti d’aria diluite”.
Il sistema è in grado di eliminare fumi nocivi, come composti di zolfo e idrocarburi pericolosi per la salute, senza bisogno di veri e propri filtri tradizionali e impiegando poca energia.
Alcuni test hanno dimostrato che il GPAO è in grado di eliminare in modo efficiente un gran numero di cattivi odori e, siccome questo sistema riesce a “mangiare” la polvere, può anche rimuovere particelle come virus, spore e pollini.