OCSE: monetizzare gli effetti delle sostanze chimiche sulla salute e l’ambiente

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico presenta i metodi che possono essere utilizzati per valutare i costi-benefici della regolamentazione delle sostanze chimiche.

Il report dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), “Measuring the economic value of the effects of chemicals on ecological systems and human health”, si propone di riassumere i metodi per valutare i vantaggi della regolamentazione dei prodotti chimici e presentarne i principali benefici, la prassi attuale, i costi, lo stato dell’arte e le difficoltà di attuazione.

L’attenzione è focalizzata su quelle sostanze chimiche che hanno potenziali effetti negativi sui sistemi ecologici, l’ambiente e/o la salute umana quando sono rilasciate o smaltite in modo non corretto, attraverso l’esposizione sul posto di lavoro, o attraverso i consumatori che entrano a contatto con questi prodotti.

L’analisi dei costi-benefici dei regolamenti proposti richiedono la stima dei benefici sociali e la loro comparazione con i costi sociali dei regolamenti. C’è chi sostiene che monetizzare gli effetti di un regolamento e guardare ai costi e benefici monetizzati totali, sia, in linea di principio, più facile che confrontare molte categorie diverse di effetti misurati con unità differenti (ad esempio, giorni di malattia, cambiamenti nella popolazione ittica, ecc).

I costi sociali dei regolamenti sono la somma di tutti i “costi opportunità” derivanti della regolamentazione. Questi “costi opportunità” sono il valore perduto, per la società, di tutti i prodotti e servizi che non verranno prodotti e consumati, se le imprese regolamentate saranno conformi alle norme e riallocheranno risorse lontano da tali beni e attività andando verso la riduzione dell’inquinamento o la sostituzione di una sostanza chimica con una più sicura.

Una teoria economica sostiene che i benefici di regolare le sostanze chimiche siano calcolati correttamente come la volontà dei beneficiari di pagare per tali normative. La “disponibilità a pagare” (WTP) è definita come l’importo massimo che può essere sottratto dal reddito di un individuo in un contesto regolato per mantenere l’utilità attesa allo stesso livello di quando la sostanza chimica non è regolamentata.

In alternativa, è possibile elencare gli effetti fisici dell’eliminazione di una sostanza chimica, regolamentandola, o sostituendola con una più sicura per i sistemi ecologici, l’ambiente e la salute umana, e fissare un valore per ognuna di queste categorie di effetti. Questo secondo approccio è normalmente indicato “approccio della funzione di danno” e chiaramente, quando si usa questo secondo approccio, il primo compito dell’analista è quello di descrivere e quantificare ciascuno di questi effetti fisici e individuarne le persone affette -“i beneficiari”.

Questo articolo presenta i metodi che possono essere applicati con entrambi gli approcci, inoltre approfondisce le procedure seguite generalmente dall’Agenzia americana per l’ambiente per l’inquinamento delle acque e individua le possibili categorie di benefici derivanti dalla regolamentazione delle sostanze chimiche nei prodotti.

Infine il report presenta succintamente i metodi di valutazione più comunemente utilizzati, descrive e valuta gli effetti negativi sulla salute umana delle sostanze chimiche, riporta questioni relative alla valutazione dei tumori e presenta una norma entrata recentemente in vigore negli USA riguardante le emissioni di mercurio nelle centrali elettriche e l’analisi dei costi-benefici associati.

Fonte: ARPAT

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