OGM, Greenews intervista il Prof. Marcello Buiatti

Il Presidente di Associazione Ambiente e Lavoro parla di Organismi Geneticamente Modificati e ricerca indipendente.

Prosegue l’inchiesta di Greenews sugli OGM. Fanno bene o male? È l’interrogativo più frequente, infrequente è invece la ricerca di una risposta che non sia di parte.

Marcello Buiatti, ordinario di Genetica all’ateneo di Firenze dal 1981, esperto internazionale di analisi genetica e molecolare dei processi dinamici della vita, autore di oltre 200 pubblicazioni e membro del comitato scientifico di CRIIGEN collabora anche con ENSEER, la rete europea di scienziati per la responsabilità sociale ed ambientale, che riunisce laboratori di ricerca indipendenti. Una rete piuttosto critica nei confronti dell’affermazione che “il mondo scientifico considera sicuri gli OGM”.

Prof. Buiatti, sia a livello scientifico che nell’opinione pubblica il dibattito sugli OGM è molto duro. Cosa ne pensa?

Lo trovo particolarmente brutto e non onesto, l’opinione pubblica si trova di fronte a un attacco concentrico. Molte delle firme più note che si dichiarano a favore degli OGM non hanno esperienza di cosa siano le piante GM in agricoltura. Penso alla senatrice Cattaneo, che si occupa di ricerca sulle staminali e sulle malattie neurodegenerative; a Veronesi, oncologo; a Corbellini, laureato in filosofia e storico della medicina; a Marco Cattaneo, direttore de Le Scienze, fisico di formazione e giornalista scientifico. Una situazione alquanto buffa. Dall’altra parte abbiamo l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che in base alle proprie linee guida non può usare laboratori indipendenti per le sue ricerche! Quando Monsanto, o chi per essa, vuole immettere nel mercato un suo prodotto, l’agenzia, che non ha nemmeno laboratori di ricerca propri, presenta una serie di domande tecniche sull’affidabilità dei prodotti alla stessa impresa, la quale risponde appoggiandosi a ricercatori di sua fiducia: su questi dati EFSA autorizza il prodotto. Una modalità assurda che non garantisce imparzialità, anzi. L’EPA, la Environmental Protection Agency americana, funziona più o meno nello stesso modo, mentre l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel dibattito pro o contro OGM non ha mai voluto entrarci.

Ma quindi, gli OGM fanno bene o male alla salute umana?

La domanda è di per sé troppo limitata. La questione è che è difficile fare uno studio epidemiologico che garantisca al 100% una risposta certa, sia positiva che negativa, e questo non solo nell’ambito degli OGM ma anche ad esempio delle malattie dovute all’inquinamento sul luogo di lavoro. Questo tipo di ricerche prevede due corpi di studio con soggetti diversi che vivano nello stesso identico modo ad eccezione dell’elemento oggetto di indagine, ad esempio mangiare le stesse cose tolto cibo OGM e non OGM. Capiamo che è impossibile applicarlo sugli esseri umani. Negli Stati Uniti, dove gli OGM sono molto diffusi, è molto diffusa anche un’alimentazione non certo salutare di per sé, per questo ci si affida a cavie. È stato invece dimostrato un possibile pericolo sui topi con lo studio del francese Gilles- Éric Séralini, biologo molecolare e presidente del comitato scientifico di CRIIGEN (secondo la ricerca del gruppo di Séralini, “Long-term toxicity of a Roundup herbicide and a Roundup-tolerant genetically modified maize”, gli OGM a lungo andare provocherebbero tumori, NdR). Appena pubblicato lo studio ha subìto una pressione pesante sui giornali e sulle riviste scientifiche, tanto da essere ritirato. Il suo lavoro è stato da poco ripubblicato, senza sostanziali modifiche, sulla rivista Environmental Sciences Europe, dopo essere stato validato da un diverso gruppo di referee esperti del tema. Chi lo contestava, gli criticava di aver usato troppi pochi topi, il che è vero ma va detto però che il numero di topi è lo stesso usato dalle multinazionali che ottengono l’autorizzazione alla commercializzazione da parte dell’EFSA!

Vai alla news completa per leggere l’intera intervista.

Fonte: Greenews

Approfondimenti

Precedente

Prossimo