OMS, adottato il primo accordo pandemico globale

Il primo accordo pandemico globale è stato adottato il 20 maggio 2025 dall’Assemblea Mondiale degli Stati membri dell’OMS ma l’Italia non era nella schiera dei 124 Paesi che hanno votato a favore dell’accordo ma in quella degli 11 astenuti (nessun contrario). La Società Nazionale Operatori della Prevenzione pubblica la nota a caldo scritta da Marino Faccini, Direttore del Dipartimento Igiene e Prevenzione Sanitaria e Direttore SC Programmazione e Coordinamento IPS e Piano Pandemico presso ATS Milano.

 

SNOP pubblica la notizia che lo storico Accordo pandemico globale finalizzato, alla luce della triste esperienza del COVID, a coordinare la risposta dei vari Paesi a una possibile/probabile futura pandemia e che ha richiesto tre anni di trattative e di ampi compromessi (compresi quelli con istanze di Paesi sovranisti), è stato finalmente approvato a Ginevra il 20 maggio dall’Assemblea Mondiale degli Stati membri dell’OMS.

Questa buona notizia, come SNOP fa notare, contiene però la cattiva notizia che non può essere taciuta: l’Italia, rappresentata dal Ministro alla salute, Schillaci, non era nella schiera dei 124 Paesi che hanno votato a favore (nessun contrario) dell’Accordo ma in quella degli 11 astenuti, insieme a Russia, Iran, Romania, Bulgaria e Israele. La decisione governativa – che, come segnala Walter Ricciardi, non ha “giustificazione né scientifica né di sanità pubblica, ma evidentemente di natura politica” – viene esaltata dalle forze sovraniste vicine al governo e dal fronte antiscientifico e no-vax, mentre dal mondo scientifico è diffusamente accolta in maniera negativa con sentimenti di stupore, incredulità, imbarazzo, delusione e preoccupazione.

SNOP riporta a questo proposito una riflessione di Marino Faccini, Direttore del Dipartimento Igiene e Prevenzione Sanitaria e Direttore SC Programmazione e Coordinamento IPS e Piano Pandemico presso ATS Milano.
“Una pandemia è definita come la diffusione di una malattia in più continenti o comunque in vaste aree del mondo. È opinione ampiamente condivisa che per effetto delle interconnessioni globali e della velocità degli spostamenti di persone e merci, a seguito dell’emersione di un patogeno con potenziale pandemico in qualunque area del mondo, nessun territorio potrà sentirsi al sicuro e nessuna frontiera sarà in grado di impedirne la diffusione.
Queste semplici premesse ci portano alla considerazione che per affrontare una pandemia è imprescindibile un coordinamento sovranazionale per la condivisione tempestiva di informazioni, l’unione degli sforzi nel campo della ricerca di farmaci e vaccini, la garanzia di un’equa distribuzione delle risorse e dei benefici derivanti dalle nuove tecnologie a vantaggio di tutte le popolazioni.
Sono questi alcuni dei principi ispiratori del nuovo Accordo pandemico locale adottato dall’assemblea generale dell’OMS, con l’astensione del nostro paese.
L’Italia è stato il primo paese europeo ad essere colpito dalla pandemia da Covid 19 e uno tra quelli che ne hanno subito l’impatto più drammatico ma ricavandone anche uno straordinario patrimonio di conoscenze per costruire un efficace sistema di preparazione e risposta a future emergenze.
Rafforzare i sistemi di sorveglianza epidemiologica, potenziare l’assistenza sanitaria territoriale e i servizi di prevenzione, investire nella ricerca, promuove l’integrazione tra salute umana, animale e ambientale, sono alcuni degli elementi salienti del nuovo Accordo pandemico locale ma che sono già alla base dei Piani pandemici nazionali e di diversi atti di indirizzo del sistema sanitario.
Sorprende quindi la posizione di astensione dell’Italia anche per la sua storia nel campo della sanità pubblica e per il contributo di conoscenza ed esperienza che può fornire per la cooperazione internazionale.
È bene ricordare che in uno scenario pandemico nessuno si salva da solo e la salvezza di ciascuno dipende dalla salvezza di tutti”.

Fonte: SNOP

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