La Commissione indagherà:
– sul presunto inadempimento da parte della Commissione europea dei cicli di prova utilizzati per misurare le emissioni;
– sulla presunta mancata adozione, da parte della Commissione europea e delle autorità degli Stati membri, di misure appropriate ed efficaci per sorvegliare e rendere effettiva l’applicazione dell’esplicito divieto dell’uso di “impianti di manipolazione”;
– sulla presunta omissione, da parte della Commissione europea, della tempestiva introduzione di prove che riflettano le condizioni reali di guida;
– sulla mancata introduzione, da parte degli Stati membri, di sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive applicabili ai costruttori per le violazioni delle disposizioni del regolamento;
– sulle informazioni per appurare se la Commissione europea e gli Stati membri disponevano di elementi di prova dell’uso di “meccanismi di manipolazione” prima dell’avviso di violazione emesso del 18 settembre 2015.
Entro 6 mesi dall’inizio del suoi lavori, la Commissione d’inchiesta sulla misurazione delle emissioni nel settore automobilistico presenterà una relazione intermedia e, entro dodici mesi, quella finale.
La richiesta di creare una commissione d’inchiesta fa seguito alla scoperta fatta negli Stati Uniti che il gruppo Volkswagen ha utilizzato un software per ridurre le emissioni di NOx durante i test. Il Parlamento ha votato una risoluzione nel mese di ottobre che domanda un’indagine approfondita sul ruolo e le responsabilità della Commissione europea e degli Stati membri, chiedendo loro di rivelare ciò che sapevano di queste violazioni e quali azioni sono state adottate in seguito.