Patrimonio culturale: l’attività di recupero nel Rapporto 2009.

Dal Rapporto sull’attività operativa effettuata nel 2009 dal Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale (CC TPC), presentato nei giorni scorsi, risulta una sensibile diminuzione dei furti in generale (-14,5%), un forte decremento degli scavi clandestini accertati (-76%), una consistente persistente del fenomeno della falsificazione (+424%), come risulta dall’elevato numero delle persone arrestate per questo reato.

Come riferisce il Rapporto del Comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale (vedi link), nel 2009, analogamente a quanto avvenuto lo scorso anno, e, comunque, nell’ambito del già indicato trend di riduzione del fenomeno criminoso, le regioni più colpite risultano essere state il Lazio, la Toscana e la Lombardia.

In particolare tale generalizzata flessione è particolarmente percepibile in relazione ai furti in danno di privati, con una variazione pari a -15,3% e a quelli in danno di chiese e istituti religiosi (-11,5%). I privati e i luoghi di culto si confermano, quindi, come gli obiettivi più sensibili alle aggressioni criminali. Continua anche la positiva tendenza alla riduzione dei furti aik danni di istituzioni mussali (-29% circa) mentre risulta evidente la preoccupante persistenza di sottrazioni al patrimonio archivistico e librario, che continua a costituire un fenomeno al quale prestare la massima attenzione.

Rispetto al 2008, per quanto riguarda il numero degli scavi clandestini accertati (-76%), l’andamento generale ha visto una notevole diminuzione a livello nazionale, con la Sicilia in cima all’elenco degli avvistamenti seguita dal Lazio e dalla Campania.

Il Rapporto evidenzia inoltre, un’ampia diffusione del fenomeno della contraffazione soprattutto per l’arte contemporanea, pur con una netta ripresa dell’attività anche in campo archeologico. E a fronte di una riduzione delle opere sequestrate (- 36%), si è registrato un sensibile incremento delle persone denunciate (299, a fronte delle 57 indagate nel 2008, con un incremento pari al 424%) ed è stato possibile individuare ben strutturate organizzazioni criminali interessate al settore.

Nel 2009 le persone deferite dai Carabinieri all’Autorità giudiziaria per reati di tipo associativo sono state 157, eseguito sequestri per un valore stimato di oltre 165 milioni di euro e recuperato più di 19mila beni culturali.

Viene infine citata l’espansione esponenziale del mercato illecito di beni culturali via web. Nel biennio 2008-2009 sono stati 42.403 i beni, di vario tipo e natura, individuati e sequestrati nel corso di operazioni avviate a seguito di monitoraggio dei siti on-line. E il dato più allarmante è che il 78% delle persone risultate comunque coinvolte in tali commerci illegali sono liberi professionisti, mentre il 9% appartiene alla classe impiegatizia.

La considerevole quantità e qualità dei beni culturali presenti nel territorio nazionale, la loro appetibilità in ambito internazionale, dovuta anche alla loro commerciabilità attraverso molteplici canali, ai quali si è aggiunto l’e-commerce, l’elevata redditività dei beni trattati costituiscono le cause più evidenti del persistente fenomeno della commercializzazione illecita di beni culturali italiani al di fuori dei confini nazionali.

(LG-FF)

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