“Patto per la Salute e per la Sicurezza sul Lavoro”, le proposte di CGIL e UIL

CGIL e UIL ritengono necessaria e urgente la sottoscrizione di un “Patto per la Salute e per la Sicurezza sul Lavoro” che costituisca un atto di rinnovata responsabilità collettiva tra Governo, Istituzioni, Conferenza Stato-Regioni, Enti preposti e Confederazioni Sindacali, anche alla luce delle nuove sfide imposte dalle transizioni demografiche, digitali e ambientali.

 

È necessario ed urgente che, attraverso un rinnovato atto di responsabilità collettiva, Governo, Istituzioni, Conferenza Stato-Regioni, Enti preposti insieme alle Confederazioni Sindacali, stipulino un Patto per la Salute e per la Sicurezza sul Lavoro. Per CGIL e UIL il patto deve inserirsi all’interno e in coerenza di un quadro pluriennale determinato dalla strategia nazionale di prevenzione e protezione, assente da sempre in Italia, nonostante le reiterate richieste della Commissione Europea, ma richiamata insistentemente negli anni dalle Organizzazioni Sindacali Confederali. Il patto deve definire in maniera chiara gli obiettivi, gli interventi, le misure di tutela da porre in essere, in coerenza con la Strategia quinquennale europea in materia, anche alla luce delle nuove sfide imposte dalle transizioni: demografica, digitale e ambientale.

I principali punti del Patto per la Salute e per la Sicurezza sul Lavoro:

SÌ AL COINVOLGIMENTO E ALLA PARTECIPAZIONE DELLE PARTI SOCIALI. Occorre favorire e migliorare il dialogo sociale attraverso il riconoscimento del ruolo negoziale di rappresentanza delle Organizzazioni Sindacali comparativamente più rappresentative, attraverso un loro coinvolgimento sostanziale e non esclusivamente informativo che avvenga ex ante e non ex post, all’emanazione dei provvedimenti normativi o regolamentari.

SÌ ALLA PREVENZIONE. Occorre intervenire prontamente per il rafforzamento delle azioni di prevenzione, al fine di individuare e gestire i fattori di rischio, nuovi ed emergenti, che causano gli infortuni e l’insorgenza delle malattie professionali. È necessario agire preventivamente per l’attuazione di normative strutturali e non solo di natura emergenziale, rivolte alla corretta gestione di tutti quei rischi che, anche a seguito delle nuove transizioni, rappresentano delle vere e proprie sfide, anche in termini di tutela della salute fisica e mentale delle lavoratrici e dei lavoratori. Di assoluta priorità gli interventi di tutela per gli esposti alle malattie asbesto professionali. È necessario proporre leggi strutturali o comunque interventi mirati per la gestione del c.d. rischio da esposizione a temperature estreme, per la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici della gig economy ma anche per il rafforzamento della normativa esistente in tema di violenza e molestie sul lavoro e sui rischi psico-sociali.

SÌ ALL’INCLUSIONE. Occorre tener conto delle peculiarità dei lavoratori e delle lavoratrici, anche per quanto riguarda il loro impatto in termini di salute e sicurezza sul lavoro, in piena attuazione della normativa in materia; i rischi e la loro valutazione devono tenere conto delle differenze in ambito lavorativo, legate al genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi, alla specifica tipologia contrattuale ma anche a quelle culturali, etniche, religiose o di identità di genere e di orientamento sessuale.

NO ALLA PRECARIETÀ. Occorre lavorare all’abolizione delle leggi che, susseguendosi, hanno reso il mercato del lavoro precario e frammentato e i lavoratori e le lavoratrici più deboli di fronte all’impresa. Occorre restituire centralità al contratto a tempo indeterminato. La maggiore diffusione del lavoro precario ha un forte impatto sull’insicurezza, rappresenta un rischio per la salute mentale e fisica, e per la sicurezza sul luogo di lavoro.

NO ALLO SFRUTTAMENTO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI STRANIERI/E. È necessaria, una volta per tutte, l’abolizione delle leggi che hanno reso insicura ed illegale la migrazione nel nostro Paese, determinando fenomeni di dumping fra lavoratori e lavoratrici e imprese, in una competizione basata sull’abbassamento dei diritti e delle tutele, oltre al noto fenomeno del caporalato; chiediamo il superamento della legge Bossi-Fini e l’introduzione di nuove norme per la regolarizzazione dei migranti presenti in Italia, favorendone l’inserimento e l’emersione nel mercato del lavoro.

Le richieste di CGIL e UIL in punti:

  • “DURC SALUTE E SICUREZZA”
  • FINANZIAMENTI ALLE IMPRESE E FONDI PUBBLICI
  • APPALTI E SUBAPPALTI – APPLICAZIONE CCNL
  • QUALIFICAZIONE DELLE IMPRESE E PATENTE A PUNTI
  • MAI AL LAVORO SENZA FORMAZIONE
  • ACCORDO FORMAZIONE SSL STATO-REGIONI
  • FORMAZIONE DEI DATORI DI LAVORO
  • LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO A SCUOLA E NEI PCTO
  • RAFFORZAMENTO DELLA VIGILANZA
  • INTEROPERABILITÀ DELLE BANCHE DATI
  • ANAGRAFE DEI RLS AZIENDALI
  • RUOLO DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (AZIENDALI, TERRITORIALI E DI SITO PRODUTTIVO)
  • CONTRATTAZIONE
  • IL MEDICO COMPETENTE
  • RISORSE INAIL – RICERCA E PREVENZIONE
  • DECRETI ATTUATIVI MANCANTI

Fonte: CGIL

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