Il volume di oltre 400 pagine fornisce in cinque capitoli un quadro organico della situazione e delle trasformazioni che interessano leconomia e la società. Ricollegandosi al pensiero espresso dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano nel suo discorso di fine anno, Biggeri ha sottolineato la necessità di guardare alla crisi attuale in tutta la sua gravità senza tuttavia cedere ad atteggiamenti di soggezione, timore o sfiducia.
Il focolaio di infezione ha affermato il presidente dellIstat si è inserito in un più ampio contesto di fragilità del sistema finanziario e, soprattutto economico del Paese; va però detto che le condizioni perché esso potesse propagarsi rapidamente si erano gradualmente accumulate nel tempo. Daltra parte ha proseguito Biggeri una crisi economica non è soltanto un periodo di difficoltà ma anche unoccasione per riflettere sugli errori commessi; per evitare di ripeterli nel futuro; per rilanciare lo sviluppo a partire da basi nuove, poiché la distruzione creativa delle imprese e dei settori più deboli e inefficienti apre nuove opportunità di di riqualificazione e di crescita del sistema produttivo.
Come si legge nel capitolo Primo dedicato alla congiuntura economica, secondo la Rilevazione delle forze di lavoro, nel 2008 il tasso di disoccupazione è salito al 6,7%, sette decimi di punto in più rispetto al 2007; il livello è rimasto lievemente al di sotto di quello registrato per linsieme dellUnione europea (7,0 per cento in media). Lincremento, diffuso su tutto il territorio nazionale, ha riguardato sia gli uomini sia le donne.
Il calo dellattività produttiva ha determinato una forte riduzione dei posti vacanti (posizione per cui il fattore di lavoro cerchi attivamente un candidato adatto mal di fuori dellimpresa), la cui incidenza rispetto allinsieme dei posti di lavoro è scesa da un valore di 1,07 per cento nel primo trimestre a o,65 nel quarto.
La dinamica salariale ha registrato nel 2008 una moderata accelerazione, per effetto dei molti e rilevanti rinnovi contrattuali che hanno dato luogo a incrementi retributivi diffusi a tutti i settori. Nel totale delleconomia le retribuzioni lorde per unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (ula) sono cresciute del 3,3 per cento, a fronte del 2,3 per cento nel 2007.
Nel 2008, per linsieme dellUem lincidenza dellindebitamento netto sul Pil è salita all1,9 per cento, dallo 0,6 dellanno precedente; anche in Italia la situazione della finanza pubblica è peggiorata, con un aumento di tale rapporto dall1,5 del 2007 al 2,7 per cento nel 2008.
Il rapporto tra debito pubblico e Pil è tornato a crescere in misura rilevante, attestandosi al 105,8 per cento (era 103,5 nel 2007), il più alto dellUem. In valore assoluto, il debito è risultato pari a 1.664 miliardi di euro.
La produzione industriale nel 2008 ha subito una flessione del 3,3 per cento, decisamente più intensa di quella dellarea euro (pari a -1,8 per cento). La fase di recessione dellattività industriale è iniziata nel secondo trimestre ed è divenuta progressivamente più intensa nei trimestri successivi (-8,1 per cento nel quarto in termini congiunturali) coinvolgendo tutti i settori di attività. Nel primo trimestre del 2009, lindice destagionalizzato ha registrato una nuova forte caduta (-9,8 per cento).
I prezzi al consumo nella media del 2008 sono cresciuti del 3,3 per cento (+1,8 per centyo nel 2007). Il tasso tendenziale è salito dal 2,4% dellultimo trimestre del 2007 sino al 4,0 per cento nel terzo del 2008.
(LG-FF)