A due anni dall’inizio dell’emergenza sanitaria, il Rapporto ISTAT 2022, giunto alla trentesima edizione, analizza la situazione economica e sociale del Paese nel 2021 e nei primi mesi del 2022. Particolare attenzione è dedicata all’impatto della pandemia sul sistema delle imprese e sulla loro capacità di reazione, sulla vita quotidiana dei cittadini e sui comportamenti adottati per far fronte alla situazione. Sono approfonditi temi quali l’andamento delle disuguaglianze e le trasformazioni dei comportamenti sociali e demografici della popolazione.
Il Presidente dell’ISTAT Gian Carlo Blangiardo ha presentato, l’8 luglio 2022 a Palazzo Montecitorio, il “Rapporto Annuale 2022. La situazione del Paese”.
Dopo una crescita record nel 2021 (+6,6%), a inizio anno il Pil dell’Italia è tornato sui livelli di fine 2019, anche se con progressi non uniformi tra i settori. Dalla seconda metà dello scorso anno lo scenario internazionale si è gradualmente deteriorato per effetto di strozzature dal lato dell’offerta e di consistenti spinte inflazionistiche, esacerbate dall’invasione russa dell’Ucraina. Quest’ultima ha anche peggiorato le attese, così come il cambio di intonazione della politica monetaria. Coerentemente, le prospettive di crescita mondiali per il 2022 e il 2023 sono peggiorate e quelle per l’Italia, pur restando positive, sono in decelerazione. L’inflazione a giugno ha raggiunto l’8,0% per l’indice NIC, ai massimi da gennaio 1986, sospinta dai rincari delle materie prime, in particolare del gas naturale, il cui prezzo è aumentato di circa sei volte.
Guardando al futuro, la sfida della transizione ecologica – alla quale il PNRR dedica circa 85 miliardi di euro di investimenti – è particolarmente rilevante per l’Italia, che dipende dall’estero per oltre tre quarti dell’approvvigionamento energetico, principalmente di petrolio e gas naturale. Nell’ultimo decennio risparmi importanti sono stati conseguiti nei consumi dell’industria, molto minori quelli delle famiglie mentre sono rimasti stabili i consumi del terziario.
Di rilevanza strategica per sostenere lo sviluppo è anche la modernizzazione delle amministrazioni pubbliche, che dispongono di un organico ridotto e invecchiato: oggi l’età media dei dipendenti è di quasi 50 anni rispetto ai 42 circa nel settore privato. Oltre che nella semplificazione delle procedure amministrative, la sfida è rivolta allo sviluppo del capitale umano e al pieno sfruttamento delle tecnologie digitali per l’offerta di servizi. In questa prospettiva sono incoraggianti le esperienze dell’ultimo biennio. Le istituzioni pubbliche hanno rinforzato le assunzioni e la formazione e continuato a erogare servizi nonostante la maggior parte del personale operasse da remoto, ed è cresciuto l’utilizzo delle piattaforme digitali pubbliche da parte di cittadini e imprese.
RAPPORTO ANNUALE 2022 – LA SITUAZIONE DEL PAESE
CAPITOLO 1 – Le prospettive di ripresa tra ostacoli e incertezza
CAPITOLO 2 – Due anni di pandemia: l’impatto su cittadini e imprese
CAPITOLO 3 – Famiglie, stranieri e nuovi cittadini
CAPITOLO 4 – Le diverse forme della disuguaglianza
Fonte: ISTAT