Il Rapporto 2025 dell’ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile analizza lo stato di avanzamento dell’Italia rispetto all’attuazione dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 presentando anche la situazione europea e mondiale. In un contesto globale drammatico, l’Italia peggiora in sei Obiettivi su 17 e procede complessivamente al rallentatore, critica la situazione di povertà, ecosistemi e governance.
Il decimo Rapporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) “L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” fotografa un mondo attraversato da crisi multiple e da un preoccupante arretramento sul piano della “pace, della giustizia e della tutela dei diritti, pilastri imprescindibili dello sviluppo sostenibile”, focus di attenzione di quest’edizione 2025 del Rapporto.
Nell’ultimo anno, gli indici relativi all’Italia mostrano un peggioramento rispetto all’anno precedente per sei Obiettivi su 17 e un aumento solo per tre; quelli per l’Unione europea si riducono in quattro casi su 16, ma migliorano significativamente in tre casi; a livello globale solo il 18% dei Target dell’Agenda 2030 sarà raggiunto, mentre guerre, crescenti disuguaglianze e instabilità geopolitiche minano i progressi compiuti finora.
Rispetto al 2010 l’Italia peggiora per sei Obiettivi (sconfiggere la povertà; acqua pulita e servizi igienicosanitari; ridurre le disuguaglianze; vita sulla Terra; pace, giustizia e istituzioni solide; partnership) ed è stazionaria per altri quattro (sconfiggere la fame; salute e benessere; imprese, innovazione e infrastrutture; città e comunità sostenibili). Miglioramenti limitati si rilevano in sei casi (istruzione di qualità; parità di genere; energia pulita e accessibile; lavoro dignitoso e crescita economica; lotta contro il cambiamento climatico; vita sott’acqua). Un forte aumento si rileva solo per l’economia circolare. Dei 38 Target specifici analizzati, solo undici (il 29% del totale) sono raggiungibili entro il 2030, mentre ventidue (58%) non verranno raggiunti.
Anche l’Unione Europea, un tempo leader della sostenibilità, mostra forti disomogeneità e presenta miglioramenti significativi rispetto al 2010 solo per cinque Obiettivi (energie rinnovabili, lavoro, imprese e innovazione, città sostenibili, lotta al cambiamento climatico) e regressi su disuguaglianze, ecosistemi e cooperazione internazionale. Dei 19 target specifici analizzati a livello UE, 11 (il 58%) sono raggiungibili e sei (32%) non potranno essere conseguiti, una situazione sostanzialmente opposta a quella italiana. Il Rapporto evidenzia le contraddizioni tra gli impegni assunti a livello multilaterale e le politiche concrete dell’UE, in particolare l’aumento delle spese militari, la revisione al ribasso di alcune norme ambientali e sociali e il rischio di indebolire la posizione dell’Unione europea a livello globale.
Il Rapporto, realizzato con il contributo di centinaia di esperte ed esperti delle oltre 330 organizzazioni aderenti all’ASviS, offre un’analisi aggiornata e ragionata circa l’attuazione dell’Agenda 2030 nel mondo, in Europa e in Italia, avanzando proposte concrete nei diversi campi. I quattro capitoli del Rapporto analizzano le cause dei ritardi e le politiche europee e italiane dell’ultimo anno e propongono soluzioni concrete per accelerare il cammino dell’Unione europea e dell’Italia verso un futuro più equo e sostenibile, anche in attuazione degli impegni sottoscritti dall’Italia, nel settembre del 2024, con il “Patto sul Futur”” dell’ONU, ivi compresa la costruzione di una governance anticipante, che metta l’Italia in condizione di prevedere i rischi e orientare le scelte pubbliche nel medio-lungo periodo, un tema su cui l’ASviS ha lanciato il progetto Ecosistema futuro (ecosistemafuturo.it).
L’attuazione dell’Agenda 2030 non appare centrale nel disegno delle politiche pubbliche e le misure adottate nel 2025 non imprimono l’accelerazione necessaria e, in alcuni casi, risultano in contrasto con quanto previsto dalla Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS) 2022, adottata dall’attuale Governo a settembre del 2023, e poi dimenticata.
Per imprimere un vero cambio di rotta, l’ASviS propone di attivare cinque “leve trasformative” (governance, capitale umano, finanza, cultura e partnership) e intervenire su sei “aree strategiche”: salute, istruzione e competenze, con il rafforzamento del Sistema Sanitario Nazionale e un’educazione inclusiva; un’economia sostenibile e inclusiva, che favorisca lavoro dignitoso e riduca le disuguaglianze, anche di genere; sistemi alimentari resilienti e un’agricoltura sostenibile, con particolare riguardo a giovani e donne; la decarbonizzazione e l’accesso universale all’energia, incentivando rinnovabili ed efficienza energetica; città sostenibili, rigenerazione urbana e adattamento climatico; tutela dei beni comuni ambientali, in attuazione degli articoli 9 e 41 della Costituzione riformati, su proposta dell’ASviS, nel 2022, con l’approvazione di una legge sul clima.
Tra le numerose proposte illustrate nel Rapporto, rientrano quelle volte a migliorare la partecipazione democratica e contrastare i fenomeni di erosione della fiducia delle cittadine e dei cittadini nelle istituzioni e nella democrazia rappresentativa.
Dal Rapporto emergono con chiarezza le linee d’azione da intraprendere, ma è necessaria una riforma complessiva della governance nazionale dello sviluppo sostenibile e la definizione urgente del Piano per l’Accelerazione Trasformativa (PAT) che, nel settembre del 2023, il Governo italiano si è impegnato in sede ONU a definire per accelerare il raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030. Il PAT va sviluppato assicurando coerenza tra obiettivi, risorse e tempi di attuazione, integrando i due principali strumenti strategici nazionali già esistenti, cioè la SNSvS e il PSB. L’ASviS propone quindi di completare la revisione della SNSvS entro l’inizio del 2026, definire il PAT entro la metà del prossimo anno e approvare un nuovo PSB nel 2027, coerentemente con quanto precede il Patto di Stabilità e Crescita europeo.
Pace, giustizia e diritti: pilastri della sostenibilità
Rapporto ASviS2025. L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 
INDICE
Introduzione
Sintesi del Rapporto
1. Il quadro internazionale e le prospettive future per l’Agenda 2030
1.1 Introduzione
1.2 Conflitti e crisi umanitarie
1.3 Progressi e ritardi nella realizzazione dell’Agenda 2030
1.4 Sondaggi globali: più benessere, ma timori per un futuro insostenibile
1.5 Il Patto sul Futuro a un anno dalla sua adozione
2. Il quadro europeo: il primo anno della nuova legislatura
2.1 Introduzione
2.2 Avanzamenti e arretramenti dell’Unione europea rispetto agli SDGs
2.3 L’impegno dell’Unione europea per lo sviluppo sostenibile
2.4 I rischi derivanti dalle modifiche alla rendicontazione di sostenibilità delle imprese
3. L’Italia e l’Agenda 2030: un quadro decisamente insoddisfacente
3.1 Introduzione
3.2 L’opinione pubblica italiana e lo sviluppo sostenibile
3.3 La situazione dell’Italia rispetto agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile: poche luci e molte ombre
3.4 La legislazione nazionale per lo sviluppo sostenibile: progressi e arretramenti
4. Le proposte dell’ASviS
4.1 Introduzione
4.2 Rivedere e potenziare il Piano Strutturale di Bilancio (PSB)
4.3 Predisporre il Piano di Accelerazione Trasformativa
5. Appendice: Goal e Target
Fonte: ASviS
 
				 
												


