Gli infortuni conseguenti all’incidente del 13 maggio 2018 in Acciaierie Venete di Padova mi spingono a qualche riflessione, anche invitato da Lalla Bodini.
Il mio lavoro e quello di Lalla hanno avuto la fortuna di avviarsi negli anni settanta in cui l’attività dei lavoratori, che usciva dall’esperienza dei Consigli di Fabbrica, era stata in grado non solo di affrontare le questione dell’occupazione, del salario e poi dell’ambiente di lavoro e della formazione con i corsi 150 ore, ma anche aveva sfiorato la capacità di comprendere e condizionare le scelte di politica economica, di localizzazione e di sviluppo delle diverse realtà produttive.
E poi ci siamo incrociati. Ed è stato vero amore a prima vista. Amore per la siderurgia.
Lei medico del lavoro, io ingegnere abbiamo visto con occhi diversi la realtà lavorativa.
La Convenzione fra il Servizio di Medicina Preventiva degli Ambienti di Lavoro di Sesto San Giovanni e l’Istituto di Chimica Fisica, Elettrochimica e Metallurgia del Politecnico di Milano è stata una delle prime collaborazioni che ha avuto come obiettivo quello di individuare i rischi, ma anche di indicare le soluzioni tecniche di prevenzione.
Una prima sintesi di questa attività è stata nel 1979 la pubblicazione dell’analisi riferita al comparto siderurgico nella rivista Dibattito Sindacale della FLM (Federazione Lavoratori Metalmeccanici) milanese.
Incidente Acciaierie Venete maggio 2018
Il percorso della siviera
La cultura del pericolo e del rischio
La sconfitta della prevenzione
Utilizzare strumenti logici
Cosa si produce
Dove si produce
Come si produce
Chi sfrutta il lavoro e il lavoro in appalto
Chi valorizza le competenze
Leggere anomalie e guasti significa fare prevenzione
Ridurre anomalie e guasti significa contenere i rischi per la sicurezza e la salute
Scegliere gli eventi su cui orientare la prevenzione infortuni
La narrazione siderurgica. La prevenzione da riscoprire
L’articolo completo di Angelo Borroni è disponibile al primo link.