Protocollo d’intesa tra ISPRA e Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco

Grazie al nuovo protocollo d’intesa quadriennale firmato da ISPRA e Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco saranno più serrati i controlli su rischi di incidenti rilevanti industriali e radioattività ambientale.

E’ stato firmato il 9 giugno 2015 il nuovo protocollo d’intesa tra l’ISPRA ed il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Alcuni dei temi di cooperazione che saranno gestiti attraverso il nuovo protocollo d’intesa firmato dal Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell’interno e dal Direttore Generale dell’ISPRA saranno i controlli sui rischi di incidenti rilevanti industriali, in particolar modo quelli riguardanti la Direttiva Europea Seveso III, sulla radioattività ambientale e la preparazione alle emergenze chimiche, nucleari e radiologiche.

L’accordo, della durata di quattro anni e rinnovabile, individua le modalità di collaborazione e di scambio di informazioni nei settori di interesse comune, nell’ambito dei compiti e delle funzioni istituzionali di ciascuna Amministrazione e prevede la stipula di successivi specifici accordi operativi e le relative azioni di
programmazione, indirizzo, monitoraggio e verifica da parte di un apposito Comitato di gestione, che opererà sulla base dei programmi e degli indirizzi delle strutture tecniche delle due parti.

La collaborazione tra i Vigili del fuoco e l’ISPRA ha una sua storia, maturata nel corso degli anni: infatti, già nell’ottobre del 2004 si era stipulata una Convenzione sull’uso pacifico dell’energia nucleare e sui rischi industriali, che ha consentito, sino alla sua scadenza nel 2008, il coordinamento ed importanti sinergie tra
le due Amministrazioni in tali ambiti.

Il nuovo accordo consentirà di gestire ed ottimizzare, in un quadro meglio definito, le numerose iniziative in corso e quelle programmate, anche alla luce dell’evoluzione delle norme per la sicurezza e la protezione ambientale, quali ad esempio il prossimo recepimento della già citata Direttiva europea Seveso III.

Fonte: ISPRA

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