Pubblicato dal MASE il numero di giugno 2025 del bollettino “Sostanze chimiche – Ambiente e Salute”

Pubblicato il bollettino d’informazione “Sostanze chimiche – Ambiente e Salute” giugno 2025 (anno 16 – numero 1) dal titolo “Le sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS): cosa sono, dove si trovano, problematiche e misure di gestione”.

 

Il numero di giugno 2025 del bollettino d’informazione “Sostanze chimiche – Ambiente e Salute”, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica,  tratta le sostanze per- e polifluoroalchiliche, conosciute anche come PFAS e  illustra le azioni normative per contrastare l’inquinamento da PFAS.
Il bollettino, realizzato dalla Direzione Generale Patrimonio Naturalistico e Mare, Divisione IV – Biosicurezza, OGM, fitosanitari e sostanze chimiche, ha come obiettivo quello di fornire con cadenza periodica aggiornamenti e informazioni al pubblico sulle principali attività e normative concernenti le sostanze chimiche, in attuazione del Regolamento (CE) n. 1907/2006, “regolamento REACH” (Registration, Evaluation, Authorisation and restriction of CHemicals).

“Sostanze chimiche – Ambiente e Salute” giugno 2025 (anno 16 – numero 1)
Le sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS): cosa sono, dove si trovano, problematiche e misure di gestione

Cosa sono?
Le sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) costituiscono una grande famiglia di sostanze chimiche sintetiche che vengono ampiamente utilizzate in numerosi settori industriali e che possono essere presenti nei prodotti di consumo immessi sul mercato.
La struttura di base dei PFAS è costituita da una catena di atomi di carbonio, unita a atomi di fluoro mediante legami chimici estremamente stabili.
Questa caratteristica conferisce ai PFAS proprietà molto utili, come la repellenza all’olio e all’acqua, l’elevata inerzia chimica, anche ad alta temperatura e la resistenza ad acidi, basi e solventi. Grazie a tali proprietà, i PFAS sono utilizzati in un’ampia varietà di prodotti e applicazioni industriali come rivestimenti protettivi, guarnizioni industriali, schiume antincendio, dispositivi medici, cromatura, tessuti (per la loro resistenza ai grassi e all’acqua), vernici, cosmetici, elettronica, packaging, industria meccanica (come lubrificanti e refrigeranti, etc.), aerospazio, difesa e molti altri settori.
Il loro utilizzo diffuso in molteplici applicazioni ha però determinato impatti rilevanti sull’ambiente e sulla salute umana. Il legame molto stabile tra carbonio e fluoro è responsabile della persistenza di queste molecole nelle diverse matrici ambientali, in particolare nel biota e nel suolo e nelle acque superficiali e sotterranee, causando un impatto ambientale e sanitario rilevante a seguito dell’uso e dello smaltimento di prodotti contenenti queste sostanze.
Un’altra caratteristica di alcuni PFAS è la mobilità che, unita all’elevata persistenza, può contribuire alla loro diffusione nei comparti ambientali, anche a lunga distanza dal luogo di rilascio.
Effetti dei PFAS sono stati riscontrati negli animali acquatici e terrestri, con impatti negativi su crescita, sviluppo e riproduzione.
Diversi PFAS possono bioaccumularsi nei tessuti animali, nelle piante e negli esseri umani: l’Agenzia europea per l’ambiente indica, tra i principali effetti di queste sostanze sulla salute umana, malattie della tiroide, aumento dei livelli di colesterolo, effetti sulla riproduzione e sulla fertilità, immunotossicità, danni al fegato, cancro ai reni e ai testicoli, oltre ad effetti sul sistema endocrino in alcuni casi.

In che modo i PFAS vengono rilasciati nell’ambiente?
Azioni normative per contrastare l’inquinamento da PFAS
PFAS e Regolamento REACH
PFAS e Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti

Fonte: MASE

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