“La prevenzione in agricoltura e selvicoltura: verso il nuovo piano nazionale”
A cura di Eugenio Ariano e e Simona Savi
I – LE POLITICHE DI PREVENZIONE IN UN SETTORE PRODUTTIVO
II – LA CONOSCENZA E L’ANALISI DEL DANNO
III – LE MACCHINE E GLI IMPIANTI
IV – LA ZOOTECNIA
V – LA FORMAZIONE
VI – LE ESPERIENZE LOCALI
PRESENTAZIONE di Simona Savi
Coordinatrice del Gruppo di Lavoro Interregionale “Prevenzione in agricoltura e
Selvicoltura”
Il settore agricolo è da sempre oggetto di grande attenzione sociale e di sostegno politico-economico (Ministero delle politiche agricole, forestali e alimentari, politiche comunitarie -PAC-), anche per una funzione di difesa del territorio.
L’agricoltura italiana è una realtà molto composita, che vede nelle diverse regioni e territori agrari strutture produttive assai differenziate, da un’agrizootecnia imprenditoriale di pianura a un’agricoltura mediterranea, fino a un’agricoltura di collina e montagna in cui spesso prevale la funzione di difesa del territorio; considerazioni analoghe valgono per la gestione del patrimonio forestale; si va da imprese strutturate di dimensioni importanti
a microimprese e addirittura a piccoli appezzamenti gestiti a livello “hobbistico”. Basta qui ricordare che la metà del 1.600.000 aziende censite nel 2010 non arrivano a 50 giornate lavorative annue.
L’agricoltura, fortemente meccanizzata, anche se con un parco macchine in buona parte vetusto, è anche il settore produttivo a maggior rischio infortunistico; vede peraltro anche la presenza di rischi importanti per la salute (chimici, fisici, biologici, da MMC).
L’elevata pericolosità, la diffusione ubiquitaria con presenza di elementi comuni pur nelle fondamentali differenze, la presenza di politiche nazionali e comunitarie coerenti sono i motivi che hanno giustificato la progressiva definizione di un piano sistematico di intervento, in grado di coniugare indicazioni nazionali sui fattori di rischio ubiquitari con la necessità di tener conto delle specificità regionali e locali.
Tale attenzione ha portato alla nascita di un Gruppo di Lavoro Interregionale del GTI, ed è diventata Piano Nazionale di Prevenzione in Agricoltura e Selvicoltura a partire dal 2009, con il primo piano 2009-2012 e successivamente con il PNPAS 2014-2018, prolungato al 2019, e continuerà con il Piano Nazionale Prevenzione 2020-2025.
Il presente volume, che si rivolge a tutte le figure della prevenzione attive nel settore, parte da queste premesse per mettere a fuoco i principali risultati di questi anni, non ultimo una importante riduzione del numero di infortuni, nonché per illustrare gli strumenti e le soluzioni individuate o in corso di definizione, i problemi ancora aperti, le necessità formative, le prospettive per il prossimo futuro.
I temi affrontati, a partire da un inquadramento dell’agricoltura, intesa qui in senso ampio, comprendente anche le attività forestali e la manutenzione del verde, riguardano:
• gli strumenti a disposizione per il controllo e l’auto controllo dei rischi, ma anche gli strumenti premiali e l’intersezione strategica tra difesa della salute e della salubrità dei prodotti, nonché le prospettive di semplificazione degli obblighi normativi;
• la conoscenza e l’analisi del danno, con le criticità che derivano dalle peculiarità organizzative del settore;
• la grande questione delle macchine agricole, con uno specifico sviluppo del controllo del
commercio delle macchine nuove e usate;
• la zootecnia e la formazione di tutte le figure della filiera produttiva, fino al rapporto con
le scuole di indirizzo agrario.