Rapporto INAIL 2011: pareri di CGIL, CISL e UIL

Rapporto INAIL 2011: pareri di CGIL, CISL e UIL

Rapporto INAIL: pareri di CGIL, CISL e UIL

Dichiarazioni di Vera La Monica ed Elena Lattuada, Segretarie conferale CGIL
La CGIL sottolinea come “in ogni caso non va assolutamente abbassata la guardia: il nostro impegno quotidiano rimane quello di scongiurare e portare a zero morti e infortuni sui luoghi di lavoro”.
Rimane aperta l’esigenza di mettere in trasparenza infortuni e morti che si registrano nel mondo del sommerso e in tutte le altre attività irregolari, dal caporalato ai molti appalti, specie nel settore dell’edilizia, fino a quelli legati a condizioni di precarietà.
Condividiamo le parole del ministro Fornero circa il radicamento della cultura della prevenzione, per questo ribadiamo la nostra contrarietà ai tagli lineari: c’è bisogno di rafforzare e raddoppiare controlli e ispezioni, come la percentuale di aziende con irregolarità sul totale di quelle controllate dimostra, perché sia possibile e irreversibile un radicamento di tale cultura”.
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Dichiarazioni di Fulvio Giacomassi, Segretario conferale CISL
Dal rapporto Inail emerge un positivo abbassamento degli infortuni e vittime sul lavoro. Rimane ancora elevato il dato delle irregolarità.
Anche se, come viene specificato dalla relazione, il dato è da imputarsi prevalentemente alla diminuzione degli infortuni in itinere mentre rimangono ancora significativi quelli sui luoghi di lavoro. Come rimane ancora elevato il dato delle irregolarità riscontrato nelle ispezioni alle aziende. Per questo, per favorire la sicurezza sui luoghi di lavoro, occorre cooperazione tra istituzioni e parti sociali e deve rafforzarsi l’azione di potenziamento di una politica nazionale sulla prevenzione”.
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Dichiarazione di Paolo Carcassi, Segretario confederale UIL
Nonostante alcuni segnali positivi, la situazione degli infortuni nel nostro Paese mostra ancora criticità.
La riduzione degli infortuni mortali è riferibile solo ai morti su strada ed in itinere mentre il numero delle morti negli ambienti di lavoro (450) non si riduce, nonostante la crisi economica abbia fatto diminuire le ore di lavoro.
E’ necessario un impegno speciale, prima di tutto da parte del Governo sin qui impegnato in altre faccende, per un check complessivo sullo stato di applicazione del Testo Unico, a partire dall’emanazione dei decreti che mancano e che costringono a continue proroghe.
E’ poi necessario uno sforzo di attuazione di quanto definito, che altrimenti rischia di restare sulla carta, di non produrre effetti e in sostanza di perdere la spinta propulsiva data dall’approvazione del Testo Unico.
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