REACH: principali Emendamenti approvati e non dalla Commissione Ambiente del Parlamento UE

I principali Emendamenti approvati e non alla proposta di Regolamento in sede di Commissione Ambiente del Parlamento UE

REACH: il 10 ottobre la Commissione Ambiente del Parlamento UE ha votato la posizione sul REACH e ha riconfermato il sostegno all’obbligo di sostituzione delle sostanze tossiche con alternative più sicure, ove disponibili.

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La Commissione ambiente del Parlamento UE ha detto SI al principio della “sostituzione” con 42 voti a favore, 12 contro e 6 astenuti, alle sostanze più pericolose, conservando l’obbligo per gli industriali del settore di sostituire quei prodotti considerati dannosi per la salute, a partire da quelli cancerogeni, con alternative più sicure, se esistono.

Fra i principali punti della proposta di regolamento sono passati:
– il duty of care (“dovere di preoccuparsi”) come principio interno del REACH;
– l’obbligo di valutazione di sicurezza chimica sotto le 10 tonnellate di sostanza importata/prodotta all’anno;
– la condivisione dei costi (dei test) proporzionale alla quantità di sostanza prodotta o importata all’anno;
– la definizione di quantità di sostanza prodotta/importata annua come media della produzione sui 3 anni;
– un emendamento sulla disponibilità e messa in comune di tutti i dati di test nel forum di scambio di informazioni sulla sostanza (SIEF);
– gli emendamenti a favore dell’ assistenza tecnica alle piccole e medie imprese (PMI) e di una semplificazione burocratica.

Non è passata la richiesta di alcuni eurodeputati di alzare a 15 anni il limite per la liberalizzazione dei dati sui vertebrati, così come sono stati bocciati emendamenti sui monomeri, rimanendo quindi l’obbligo della loro registrazione anche se sono reagiti completamente all’ interno del polimero ed è stata bocciata anche la procedura ad hoc per la notifica all’Agenzia di usi particolari.

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Il REACH (Registration, evaluation and authorization of chemicals) è un Regolamento sulla regolamentazione dei prodotti chimici che consentirà in 11 anni di attuare un sistema di registrazione di circa 30 mila sostanze chimiche fabbricate o importate nell’Ue in una quantità superiore ad una tonnellata all’anno (tempi minori per quantità di 1.000 ton, 100 ton e 10 ton). Il nodo fondamentale resta quello della sostituzione delle sostanze/prodotti chimici più pericolosi su cui il Parlamento europeo non sembra fermo. Un altro aspetto importante riguarda l’autorizzazione delle sostanze che la Commissione Ambiente non vuole superi i cinque anni.
Sono soddisfatto – ci ha dichiarato l’On. Guido Sacconi, relatore al Parlamento UE – poichè in Commissione ha realizzato una convergenza significativa, in vista delle ulteriori mediazioni con il Consiglio .

La posizione espressa dal Consiglio Ue, tuttavia, non è diametralmente opposta a quella del Parlamento, ci ha inoltre dichiarato il relatore On. Guido Guido Sacconi, che si è detto ottimista sulla possibilità di arrivare ad un accordo con il Consiglio prima della 2.a lettura in Parlamento (prevista entro metà dicembre), per non ricorrere alla procedura detta di “conciliazione” che allungherebbe i tempi. Basta pensare che anche con il voto entro la fine dell’anno la riforma potrà andare a regime solo nel 2018. Nel negoziato non gioca a favore la posizione della Commissione, tuttora divisa al suo interno.

“Sarebbe scorretto dire che l’esecutivo Ue lavora contro il compromesso ci ha confermato Guido Sacconi diciamo piuttosto che non lo favorisce più di tanto.
Il voto in Commissione ambiente è stato commentato positivamente dai gruppi socialista e liberaldemocratico e dalle diverse Associazioni ambientaliste (v. link).

Opposto invece – secondo l’ANSA – il parere degli industriali riuniti nell’Unice, per i quali gli emendamenti adottati oggi sull’autorizzazione e sulla sostituzione delle sostanze chimiche creano “seri problemi” per l’industria.

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(RMP)

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