REACH: via libera della Commissione Ambiente UE al principio di sostituzione

Il 10 ottobre scorso, la Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha riconfermato il sostegno all’obbligo di sostituzione delle sostanze tossiche con alternative più sicure, ove disponibili, all’interno del REACH, la proposta di regolamento europeo che dovrebbe poetare a identificare ed eliminare gradualmente le sostanze chimiche più dannose attraverso la registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche prodotte.

Dopo il primo via del Parlamento europeo e l’approvazione del Consiglio nel dicembre dello scorso anno, il REACH è approdato martedì 10 ottobre in Commissione Ambiente del Parlamento europeo per la votazione in seconda lettura. In generale è passata a larga maggioranza la posizione dell’europarlamentare Guido Sacconi (relatore per il Parlamento europeo sul nuovo regolamento REACH) che ha visto approvate gran parte delle proprie posizioni. Hanno detto no alle sostanze pericolose, conservando l’obbligo per gli industriali del settore di sostituire quei prodotti considerati dannosi per la salute, a partire da quelli cancerogeni, con alternative più sicure, se esistono, 42 europarlamentari, contro 12 e 6 astensioni.
Come si legge in un nota del Parlamento europeo che riportiamo nel link, arriva così ad un punto di svolta il lungo cammino, partito nel 2001, del progetto di direttiva REACH sulla regolamentazione dei prodotti chimici che consentirà in un periodo di 11 anni di attuare un sistema di registrazione di circa 30 mila sostanze chimiche fabbricate o importate nell’UE in una quantità superiore ad una tonnellate all’anno.
Fra i principali punti della proposta di regolamento sono passati:
-il duty of care (“dovere di preoccuparsi”) come principio posto all’interno del REACH;
-l’obbligo di valutazione di sicurezza chimica sotto le 10 tonnellate di sostanza importata//prodotta all’anno;
– la condivisione dei costi (dei test)proporzionale alla quantità di sostanza prodotta o importata all’anno;
-la definizione di quantità di sostanza prodotta/importata annua come media della produzione sui 3 anni;
-un emendamento sulla disponibilità e messa in comune di tutti i dati di test nel forum di scambio di informazioni sulla sostanza (SIEF);
-gli emendamenti a favore dell’assistenza tecnica alle piccole e medie imprese (PMI) e di una semplificazione burocratica.
Non è passata, invece, la richiesta di alcuni eurodeputati di alzare a 15 anni il limite per la liberalizzazione dei dati sui vertebrati, così come sono stati bocciati emendamenti sui monomeri, rimanendo quindi l’obbligo della loro registrazione anche se sono reagiti completamente all’interno del polimero ed è stata bocciata anche la procedura ad hoc per la notifica all’Agenzia di usi particolari delle sostanze non identificati dai propri fornitori.
Soddisfazione è stata espressa dalle associazioni che compongono il Tavolo REACH (ambientalisti, medici,consumatori,lavoratori, sindacati) che ritengono “salvaguardata la salute di cittadini e ambiente”dalla contaminazione chimica.
In particolare le associazioni – come ha riferito Legambiente in un comunicato stampa “si congratulano per l decisione della Commissione ambiente del Parlamento europeo che ha esteso a tutti i prodotti chimici “l’obbligo di diligenza” (Duty of Care) che rende le industrie chimiche responsabili della sicurezza dei prodotti. Positivo almeno quanto l’aver ristabilito il diritto dei consumatori ad accedere alle informazioni sulle sostanze chimiche presenti negli oggetti di uso quotidiano.

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