Referendum sulle trivelle, inascoltata la richiesta di un Election Day

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto per indire in data 17 aprile 2016 il Referendum popolare per lo stop alle trivelle offshore, escludendo così l’ipotesi di un Election Day che avrebbe accorpato il referendum al primo turno delle prossime elezioni amministrative.

Si terrà il 17 aprile il Referendum per lo stop alle trivelle offshore. Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri approvando il decreto per indire il Referendum popolare circa la durata delle concessioni alle società petrolifere. Gli italiani, nello specificio, saranno chiamati a votare circa l’abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine hanno durata pari alla vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale. Non è stata ascoltata quindi la richiesta di un Election Day.

Greenpeace definisce la decisione una truffa del Governo alla democrazia perchè così si comprimono drasticamente i tempi per la campagna referendaria, che serve a tutti i cittadini per essere consapevoli e informati, e si sprecano oltre 350 milioni di euro di soldi pubblici. Greenpeace chiede inoltre al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cui spetta l’atto ultimo di indizione del referendum, di respingere la data proposta dal Governo per consentire una votazione effettivamente democratica.

Il 10 febbraio Greenpeace e altre associazioni avevano organizzato un sit-in davanti a Montecitorio per chiedere al Governo di indire un Election Day che accorpasse il referendum sulle trivelle al primo turno delle prossime amministrative per facilitare la partecipazione democratica e per risparmiare soldi pubblici. Una petizione lanciata da Greenpeace su change.org a sostegno dell’Election Day aveva raccolto in pochi giorni oltre 65 mila firme.

Fonte: Greenpeace

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