“Questa scelta – ha ricordato l’assessore alla Salute – è stata operata a seguito dell’emanazione dei decreti del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) del 24 aprile 2013 e 16 maggio 2013, che assegnano alle università lombarde 663 contratti di formazione specialistica, una cifra che, risentendo della consistente riduzione del contingente globale effettuata a livello nazionale per l’anno accademico 2012/2013 (n. 4.500 attivazioni a fronte di n. 8171 unità necessarie), risulta significativamente inferiore rispetto all’effettivo fabbisogno di medici in formazione specialistica del territorio lombardo, che, per il triennio 2011/2014, è pari a 1.277 unità”.
“Ciò a dimostrazione – ha continuato il vice presidente dell’Esecutivo regionale – del massimo impegno profuso su questo fronte dalla Giunta. In questa direzione va anche il recente invio che la Direzione generale Salute di Regione Lombardia ha fatto al Coordinamento delle Regioni (Veneto), per il successivo inoltro al Ministero della Salute, dove si rimarca come il fabbisogno dei medici necessari per le scuole di specialità area medica per il triennio 2014/2017 è pari a 1.584, contro i 1.277 del triennio precedente”.
“Un incremento – ha spiegato l’assessore alla Salute – motivato principalmente dal progressivo turn-over e dalla necessità di rispondere all’aumento costante dei malati cronici in prevalenza anziani”. “Siamo oggi in attesa di conoscere il numero di posti che ci verrà assegnato con decreto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – ha detto il vice governatore di Regione Lombardia -, è evidente che, se fosse confermato il numero precedente, ciò contribuirebbe ad accrescere il gap rispetto ai fabbisogni reali”. “Per queste ragioni – ha concluso l’assessore alla Salute – siamo certamente favorevoli a questo provvedimento, che ha trovato un sostegno bipartisan in Aula, ma, al contempo, non possiamo non esprimere la nostra preoccupazione, per una situazione che è certamente critica”.