Regioni: emendamento Governo a legge stabilità su trivellazioni nell’Adriatico

Le Regioni esprimono soddisfazione per l’emendamento del Governo alla legge di stabilità che ripristina le dodici miglia per le perforazioni petrolifere nell’Adriatico.
Le dichiarazioni di Bonaccini, Emiliano, Pittella, D’Alfonso, Frattura e Sciapichetti.

“Avevo sempre detto che, pur condividendo parte delle richieste delle regioni e dei comitati che hanno promosso il referendum su trivelle, non ritenevo lo strumento referendario il più utile a risolvere i problemi, perché nello stesso articolo 38 vi erano punti da cambiare o cancellare, ma anche aspetti positivi”. Così il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini ha commentato gli emendamenti alla Legge di Stabilità sul tema delle estrazioni petrolifere.

“Sembra che il Governo abbia fatto una totale retromarcia sulle proprie intenzioni di far trivellare l’Adriatico e lo Ionio alla ricerca di idrocarburi”, questo il commento del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, con riferimento all’emendamento presentato dal Governo per ripristinare le dodici miglia per le perforazioni petrolifere nell’Adriatico. “Attendiamo con fiducia – ha aggiunto – di esaminare meglio il testo dell’emendamento alla legge di stabilità presentato dal Governo e la sua approvazione da parte del Parlamento”.

Di fatto “ha prevalso la linea del dialogo e del confronto, schietto e costante, con il Governo”, ha detto il Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella. Secondo il presidente lucano, inoltre, con gli emendamenti – che riguardano tra l’altro il limite delle 12 miglia dalla costa, l’eliminazione della dichiarazione di strategicità delle attività estrattive, e la garanzia della partecipazione degli enti territoriali ai procedimenti per il rilascio dei titoli minerari – “raggiungiamo gli obiettivi che tutti auspicavamo”.

Il Presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, ha dichiarato: “Dopo un’intensa attività di colloquio abbiamo fatto sì che il Governo potesse presentare un emendamento correttivo e abrogativo che ripristina la competenza in capo alle regioni, che toglie la strategicità per l’approvvigionamento energetico petrolifero e che allontana oltre le 12 miglia le attività di ricerca e che poi soprattutto porta a morte giuridica Ombrina.”

Per l’assessore all’ambiente della Regione Marche, Angelo Sciapichetti “la mobilitazione e il coordinamento tra Regioni, hanno portato alla decisione di proporre il referendum abrogativo, poi il Governo ha accolto la nostra proposta di emendare lo “sblocca Italia” sulle trivellazioni entro le dodici miglia. Un lavoro partito da lontano che si è concretizzato nel luglio scorso nell’incontro di Termoli e poi a settembre alla Fiera del Levante. A Bari, infatti, insieme ad Abruzzo, Basilicata, Calabria Molise e Puglia, ho espresso la ferma contrarietà delle Marche a ogni ulteriore progetto e attività di trivellazione, ricerca e coltivazione di idrocarburi nei nostri mari. Su questa strategia hanno fatto poi convergenza metà delle Regioni italiane. Questo emendamento rafforza la leale cooperazione istituzionale, necessaria affinché le comunità locali non subiscano provvedimenti che vanno a discapito della crescita e dello sviluppo dei territori.”.

Il presidente della Giunta regionale del Molise, Paolo Frattura, ha commentato su Fb l’emendamento che ripristina le 12 miglia per le perforazioni petrolifere in Adriatico presentato dal Governo alla legge di stabilità. “Ancora una prova di attenzione da parte del Governo, che ha dimostrato di saper ascoltare e cogliere il senso e il valore delle istanze provenienti dal territorio”. “Con la vicenda delle trivellazioni nel nostro mare, nata lo scorso luglio a Termoli (Campobasso) con i presidenti di Abruzzo, Puglia, Basilicata, Marche e Calabria – ha aggiunto il Governatore – abbiamo scritto insieme al Governo una bella pagina, impegnandoci a rivedere la questione”.

Fonte: Regioni

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