Resistenza antimicrobica, fermare l’inquinamento alla fonte per affrontarla

La resistenza antimicrobica (AMR) è considerata uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale. Rappresenta inoltre una minaccia per la salute degli animali e delle piante, la sicurezza alimentare e lo sviluppo economico. Il rapporto “Bracing for superbugs: strengthening environmental action in the One Health response to antimicrobial resistance” fornisce la prova che l’ambiente gioca un ruolo chiave nello sviluppo, nella trasmissione e nella diffusione della resistenza antimicrobica e che la prevenzione è parte fondamentale della soluzione.

 

Gli antimicrobici sono una potente arma, che protegge la salute umana e la salute delle specie da cui dipendiamo. Questa famiglia di sostanze ampiamente utilizzata – antibiotici, antivirali, antimicotici e antiparassitari – previene e cura le infezioni nell’uomo, nell’acquacoltura, nel bestiame e nelle colture.
Gli antimicrobici hanno salvato innumerevoli vite oltre ad aver protetto settori economici vitali e continuano a farlo ma la loro efficacia è minacciata. L’uso diffuso e incauto di queste sostanze sta aumentando l’emergere di superbatteri resistenti agli antimicrobici e aumentando i casi di resistenza antimicrobica (AMR) a livelli critici.

Come evidenzia il rapporto “Bracing for superbugs: strengthening environmental action in the One Health response to antimicrobial resistance” la resistenza antimicrobica si sviluppa anche attraverso l’inquinamento dell’ambiente da parte dei settori farmaceutico, agricolo e sanitario che aumenta la capacità degli organismi dannosi di sviluppare resistenza ai farmaci. Il più ampi problemi del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità, dell’inquinamento e dei rifiuti contribuiscono ulteriormente allo sviluppo e alla diffusione dell’AMR.

Milioni di persone muoiono già ogni anno a causa della resistenza antimicrobica in tutto il mondo, se si continua a versare antimicrobici nell’ambiente – attraverso il deflusso delle fattorie, gli effluenti della produzione farmaceutica, lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri e delle acque reflue municipali – bisogna aspettarcs almeno 10 milioni di morti ogni anno entro il 2050. E, in un mondo profondamente sbilanciato a favore delle nazioni e delle comunità ricche, la resistenza antimicrobica colpirà più duramente i più vulnerabili. La povertà, la mancanza di servizi igienici e la scarsa igiene peggiorano la resistenza antimicrobica.

“La crisi ambientale del nostro tempo riguarda anche i diritti umani e la geopolitica: il rapporto sulla resistenza antimicrobica pubblicato oggi dall’UNEP è un altro esempio di iniquità, in quanto la crisi della resistenza antimicrobica sta colpendo in modo sproporzionato i paesi del Sud del mondo” ha affermato il Primo Ministro Mia Amor Mottley, presidente del One Health Global Leaders Group on Antimicrobial Resistance “Dobbiamo rimanere concentrati sull’invertire la tendenza in questa crisi aumentando la consapevolezza e ponendo questa questione di importanza globale nell’agenda delle nazioni del mondo”.

L’AMR richiede una risposta One Health che riconosca che la salute delle persone, degli animali, delle piante e dell’ambiente sono strettamente collegate e interdipendenti. La prevenzione è al centro dell’azione necessaria per arrestare l’emergenza della resistenza antimicrobica e l’ambiente è una parte fondamentale della soluzione.

Fonte: UNEP

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