Ricerca scientifica: favorire la mobilità all’interno dei Paesi membri della Comunità

Con due provvedimenti (Direttiva 2005/71/CE del Consiglio del 12 ottobre 2005, Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 28 settembre 2005) il Parlamento europeo ,il Consiglio e la Commissione dell’Unione europea intendono facilitare da parte degli Stati membri il rilascio di visti uniformi di soggiorno per i ricercatori di paesi terzi che si spostano nella Comunità a fini di ricerca scientifica.

Avendo presente l’obiettivo della Comunità di diventare, entro il 2010 , l’economia della conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, così come fissato nel 2000 dal Consiglio europeo di Lisbona con la creazione dello Spazio europeo della ricerca e considerando che la globalizzazione dell’economia richiede una maggiore mobilità dei ricercatori, come ha riconosciuto il Sesto programma quadro della Comunità europea con la maggiore apertura dei suoi programmi ai ricercatori dei paesi terzi, sono stati adottati due provvedimenti che intendono facilitare tale politica nell’Unione europea.
Tali provvedimenti sono:
-La Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 28 settembre 2005 diretta a facilitare il rilascio, da parte degli Stati membri, di visti uniformi di soggiorno di breve durata per i ricercatori di paresi terzi che si spostano nella Comunità a fini di ricerca scientifica (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea L 289/23 del 3.11.2005) e
-la Direttiva 2005/71/CE del Consiglio del 12 ottobre 2005 relativa ad una procedura specificatamente concepita per l’ammissione di cittadini di paesi terzi a fini di ricerca scientifica.
La Raccomandazione si richiama alla Comunicazione del 18 gennaio 2000 intitolata “Verso uno spazio europeo della ricerca”, con la quale la Commissione europea, al fine di rafforzare e riorganizzare la politica europea in materia di ricerca ha specificato la necessità di creare uno spazio europeo della ricerca come asse centrale delle azioni future della Comunità in questo settore.
La Raccomandazione sottolinea che il numero dei ricercatori di cui la Comunità dovrà disporre al fine di rispondere all’obiettivo , stabilito dal Consiglio europeo nella riunione tenutasi a Barcellona il 15 e 16 marzo 2002, d’investire il 3% del PIL nella ricerca è valutato pari a 700mila persone. Per conseguire tale obiettivo , occorre promuovere una serie di misure convergenti che attirino maggiormente i giovani alle carriere scientifiche, che promuovano la partecipazione delle donne alla ricerca scientifica, che aumentino la possibilità di formazione e di mobilità nella ricerca, che migliorino le prospettive di carriera per i ricercatori all’interno della Comunità e che portino,quindi,ad una maggiore apertura di quest’ultima nei confronti dei cittadini di paesi terzi , cui consentire l’ingresso e la mobilità all’interno della zona comune a fini di ricerca.
La Direttiva 2005/71/CE intende contribuire alla realizzazione degli obiettivi di cui alla Raccomandazione del 28 settembre 2005 favorendo l’ammissione e la mobilità dei cittadini di paesi terzi a fini di ricerca per soggiorni di oltre tre mesi, in modo che la Comunità eserciti un maggiore richiamo per i ricercatori di tutto il mondo e migliori le sue capacità di polo di ricerca a livello internazionale.La direttiva ,infatti, verrà applicata ai cittadini di paesi terzi che chiedono di essere ammessi nel territorio di uno Stato membro per svolgervi un progetto di ricerca, stabilendo le condizioni per l’accoglienza.
Nei considerando alla Direttiva viene sottolineato che per conseguire gli obiettivi di Lisbona è importante favorire all’interno dell’Unione la mobilità, finalizzata allo svolgimento della ricerca scientifica , dei ricercatori cittadini comunitari ed in particolare dei ricercatori provenienti dagli Stati membri che vi hanno aderito nel 2004.

Fonte: Eur-Lex

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