Riforma della cooperazione allo sviluppo

Il Governo nella riunione del Consiglio dei Ministri del 5 aprile 2007 ha approvato un disegno di legge delega (vedi link) per riformare il settore della cooperazione dell’Italia con i Paesi in via di sviluppo.

La riforma tiene conto degli assetti normativi internazionali profondamente mutati dal 1987, anno in cui l’Italia si dotò della legge in materia tuttora in vigore.
L’accresciuta incidenza dei fattori sperequativi, da quelli economici a quelli climatici, l’avanzare della povertà, la maggiore consapevolezza di profonde ingiustizie sociali e civili che affliggono Paesi dove minore è l’attenzione aik problemi sociali e la tutela dei diritti, hanno ridotto all’adozione di Atti internazionali e comunitari che convergono sull’esigenza dik rafforzare la cooperazione allo sviluppo attraverso l’elaborazione di nuove strategie (basate anche sul monitoraggio degli strumenti di assistenza forniti) e sull’individuazione di specifici interventi per l’attuazione delle politiche di cooperazione finalizzate al raggiungimento di obiettivi quali, in primo luogo, un significativo contrasto alla povertà.
Coerentemente con la qualificazione della cooperazione allo sviluppo quale parte integrante della politica estera italiana, il disegno di legge detta criteri di delega che ne caratterizzano maggiormente assetti e originalità, anche prevedendo l’istituzione di un’apposita Agenzia per la cooperazione allo sviluppo.
Sul disegno di legge ha espresso favorevole la Conferenza Stato-Regioni.

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