Dopo oltre 20 mesi dalla richiesta di sospensione temporanea dei brevetti e altre misure di proprietà intellettuale relative a vaccini per combattere il COVID-19, l’Organizzazione mondiale del commercio ha raggiunto un’intesa che prevede unicamente un’eccezione estremamente limitata sull’utilizzo della licenza obbligatoria per l’esportazione di vaccini da parte di i Paesi in via di sviluppo per una durata di 5 anni.
“Gli interessi multimiliardari di Big Pharma e dei paesi ricchi dell’Occidente hanno vinto sul diritto alla salute di due terzi dell’umanità: nessuna sospensione dei brevetti dei vaccini è stata decisa”. Così il Comitato italiano della Campagna europea Right2cure No Profit on Pandemic, di cui la CGIL fa parte, commenta l’esito della riunione interministeriale dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) di Ginevra.
“Siamo di fronte a qualcosa di inverosimile – sostiene il Comitato – perché mentre nel comunicato stampa ufficiale il WTO annuncia con grande enfasi l’accordo sulla sospensione dei brevetti dei vaccini, di questo non c’è nessun cenno nei documenti finali, che si limitano solo ad illustrare alcune facilitazioni per i Paesi in via di sviluppo nell’uso delle licenze obbligatorie, già peraltro previste dagli accordi Trips, ma che nulla hanno a che vedere con la richiesta di sospensione temporanea dei brevetti, che resta l’unico strumento in grado di tutelare il diritto alla salute in ogni angolo del mondo”.
“Di fatto – si spiega nel comunicato stampa del Comitato Italiano per l’Iniziativa dei Cittadini Europei “Diritto alla cura. Nessun profitto sulla pandemia” – il testo finale è tutto incentrato sulle licenze obbligatorie, ossia sulla possibilità già esistente che un Paese in difficoltà economica e travolto dalla pandemia possa decidere di ricorrere alla produzione dei vaccini senza l’autorizzazione preventiva da parte dell’azienda detentrice dei brevetti, con la quale dovrà comunque concordare un rimborso economico. Il testo si limita a introdurre alcuni miglioramenti in tale meccanismo, che certo non può risolvere la necessità di assicurare a tutti i paesi del sud del mondo i quantitativi necessari di vaccini e kit farmaceutici anti COVID”.
Per il Comitato si tratta quindi “di un’operazione puramente di facciata, che dà solo qualche possibilità in più a India e Sudafrica di opporsi alle numerose cause che le multinazionali hanno intentato e/o intenteranno per l’eventuale non rispetto dei brevetti da parte di questi Paesi”.
Fonte: CGIL
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