Questo quanto emerge dal report annuale “Global Trends in Renewable Energy 2018” realizzato dal Centro UNEP-Frankfurt School for Climate & Sustainable Energy Finance in collaborazione con Bloomberg New Energy Finance. Prosegue il trend positivo della nuova capacità elettrica installata da rinnovabili, in crescita continua dal 2013 e che nel 2017 ha raggiunto il 61%. Si conferma il ruolo trainante del fotovoltaico con una capacità installata di 98 GW, equivalente al 38% del totale, seguito dall’eolico con 52 GW (in calo rispetto all’anno precedente) e dalle altre rinnovabili con 7 GW (si esclude il grande idroelettrico con 19 GW), a fronte dei 38 GW di gas, 35 di carbone e 11 di nucleare. Anche la quota di produzione di energia elettrica da rinnovabili nel mondo continua a crescere e dal 2007 al 2017 è passata dal 5,2% al 12,1% (sempre escludendo il grande idroelettrico).
Nonostante il continuo calo dei costi delle tecnologie (dal 2009 -72% per il fotovoltaico e -27% per l’eolico), tornano a crescere anche gli investimenti nelle rinnovabili che negli ultimi otto anni sono sempre stati superiori ai 240 miliardi di dollari e nel 2017 sono arrivato a 279,8 miliardi, +2% rispetto al 2016 e molto al disopra di quelli nelle fonti fossili, ma ancora al disotto del picco raggiunto nel 2015 con 323,4 miliardi di dollari. Si conferma il ruolo crescente delle economie così dette “in via di sviluppo” che dal 2015 investono nelle fonti rinnovabili più dei Paesi di vecchia industrializzazione: nell’ultimo anno si deve a loro il 63% degli investimenti globali. Cina, India e Brasile insieme nel 2017 hanno stanziato 143,6 miliardi di dollari sul mercato delle rinnovabili; in particolare alla Cina si deve il 45% degli investimenti globali, per un totale di $126,6 miliardi (+30% rispetto al 2016). Calano, invece, gli investimenti di Europa, Stati Uniti e Giappone, che nel 2017 si attestano rispettivamente a 40,9, 40,5 e 13,4 miliardi di dollari. In Europa, in particolare, il rapporto mostra un calo importante rispetto al 2016 per Francia (-14%), Germania (-35%) e Regno Unito (addirittura -65%) mentre l’Italia questa volta è in controtendenza, positiva, facendo segnare un seppur minimo aumento (+1%) ma attestandosi comunque al settimo posto anche dopo Svezia (che in un anno ha più che raddoppiato i suoi investimenti), Olanda e Turchia.
Si tratta nel complesso di un segnale positivo ma, se da una parte il 2017 è stato un anno felice per le rinnovabili, dall’altra si deve ricordare che è stato anche un anno buio per quanto riguarda le emissioni mondiali di gas serra, tornate a crescere dopo un triennio di stabilità. Segno che, per vincere la sfida del clima, gli investimenti nelle fonti rinnovabili (e non solo) dovranno aumentare ancora.