Ruolo ed autonomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche

Il documento consegnato l’ 11 marzo scorso al Parlamento dal Presidente dell’ Ente, Prof. Lucio Bianco.

Dopo le clamorose vicende che portarono, per ragioni esclusivamente politiche, al commissariamento – illegale- del Consiglio Nazionale delle Ricerche ( con conseguente sollevamento del mondo scientifico italiano) e dopo l’ annullamento di tale commissariamento da parte del TAR del Lazio, il Presidente del nostro massimo Ente di ricerca, Prof. Lucio Bianco, in occasione di una audizione svoltasi l’ 11 marzo scorso, ha consegnato al Parlamento un documento su ” Ruolo ed autonomia del Consiglio nazionale delle Ricerche”. Ai membri della Commissione consultiva in ordine all’ attuazione della riforma amministrativa ai sensi della legge 15/03/1997, n. 59, Bianco ha sottolineato che l’ approvazione dell’ attuale schema di riordino del CNR determinerebbe una ” inusuale politicizzazione di tutti gli organi di governo dell’ Ente “, violando pesantemente l’ autonomia dell’ Ente e quella di bilancio degli Istituti e introdurrebbero nuovi elementi di rigidità amministrativa ” di cui il CNR non ha proprio bisogno”. Come riferisce, in un comunicato, l’ ufficio stampa del CNR, Lucio Bianco ha denunciato ai rappresentanti del parlamento la filosofia complessiva del decreto di riforma, che esclude la rappresentanza della comunità scientifica a qualunque livello e stravolge completamente la funzione del CNR che da ente non strumentale – e quindi dotato di completa autonomia garantita dalla Costituzione – verrebbe trasformato in organo strumentale di Governo: ” Lo dimostra la scomparsa del potere regolamentare da sempre riconosciuto al CNR e la necessità di ottenere, per ogni atto, espressa approvazione da parte del Ministero della Ricerca”. Un altro dei punti critici che il Presidente del CNR ha sottolineato nel corso dell’ audizione riguarda l’ aspetto finanziario: ” Il decreto – denuncia Bianco – conferma lo stato di perenne incertezza sulle assegnazioni economiche che caratterizza il mondo della ricerca in Italia, visto che tutto dipende da decisioni prese anno per anno: ” un metodo che all’ estero considerano inconcepibile”. Al termine dell’ audizione, Lucio Bianco ha consegnato al Parlamento il documento contenente alcune proposte – che riportiamo nel link – e ha fatto un appello alla sensibilità di deputati e senatori affinchè modifichino un testo elaborato senza alcun contributo da parte della comunità scientifica: ” Un grave atteggiamento di disattenzione ancora recuperabile – ha concluso Bianco – che riporterebbe tranquillità in un ambiente seriamente preoccupato per il futuro della ricerca in Italia”.

Fonte: C.N.R.

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