In Italia il #SID2016 ha visto un doppio evento al Teatro Palladium di Roma e al Piccolo Teatro Strehler di Milano. Contemporaneamente la Polizia di Stato è stata presente in 100 capoluoghi di provincia con workshop sul tema del cyberbullismo organizzati nelle scuole di ogni ordine e grado, mentre alla Camera dei Deputati l’associazione SOS Il Telefono Azzurro Onlus ha organizzato un tavolo di discussione con esperti ed esponenti politici.
Tutte le iniziative del SID 2016 si sono svolte sotto l’egida di Generazioni Connesse, il Safer Internet Centre Italiano, cofinanziato dalla Commissione Europea e coordinato dal MIUR, in partenariato con la Polizia Postale e delle Comunicazioni, l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, l’Università degli Studi di Firenze, l’Università degli Studi di Roma “Sapienza”, Save the Children Italia Onlus, SOS Il Telefono Azzurro Onlus, Cooperativa E.D.I., Movimento Difesa del Cittadino e Skuola.net.
Al centro della scena, anche quest’anno, i ragazzi in particolare quelli della cosiddetta Generazione Z, nati tra il 1996 e il 2010, la cui vita “social” è stata oggetto di un’indagine affidata da Generazioni Connesse a Skuola.net e all’Università degli Studi di Firenze. Dalla ricerca è emerso che il 17% degli intervistati rimane connesso tra le 5 e le 10 ore al giorno (considerando l’uso integrato di personal computer, tablet e cellulare). Una percentuale analoga di ragazzi si dichiara sempre connessa. Nel mondo dei giovanissimi sono le chat a farla da padrone: Whatsapp è la piattaforma preferita dal 90% degli intervistati, una percentuale superiore a quella registrata dai social network come Facebook (64%), Instagram (61%) e Youtube (58%). Quasi la totalità degli intervistati, più del 90%, confessa di usare quotidianamente le chat. Tra questi ci sono anche giovanissimi che sviluppano una certa dipendenza: sono quelli a rischio vamping, che chattano anche di notte (6%), oppure quelli che lo fanno ogni volta che possono, anche quando è vietato, come a scuola (26% circa). I ragazzi sono online ben prima dei 14 anni ma, per fortuna, sono sempre più attenti alla loro privacy. Temono i bulli digitali, ma ancora in troppi sottovalutano il cyberbullismo, tanto che solo l’8% ammette di aver intenzionalmente vessato un coetaneo, mentre 1 su 10 banalizza il proprio comportamento come semplice scherzo.
Durante il SID 2016, il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, ha lanciato in anteprima lo spot “Fai la tua parte per un web migliore”, realizzato con il supporto degli studenti dell’Istituto Tasso di Roma. Il video ha come testimonial Matteo Viviani e sarà trasmesso sulle reti Rai, Mediaset, Sky, MTV. Il Ministro ha colto l’occasione per ricordare ai ragazzi e agli insegnanti la task force di esperti messa a disposizione dal MIUR per far fronte a episodi di bullismo e per educare all’uso consapevole della rete.