Sanzioni penali per l’inquinamento navale

Sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE L 255/65 del 30 settembre 2005 è pubblicata la Decisione quadro 2005/667/GAI del Consiglio del 12 luglio 2005 intesa a rafforzare la cornice penale per la repressione dell’inquinamento provocato dalle navi.

La Decisione quadro 2005/667/GAI del Consiglio prevede sanzioni penali proporzionate e dissuasive che comprendono, almeno per i casi più gravi, la privazione delle libertà personale per durata massima compresa tra almeno uno e tre anni nei confronti dei responsabili degli scarichi inquinanti delle navi in mare. Ma non solo, ciascuno Stato membro deve adottare le misure necessarie affinché alla persona giuridica ritenuta responsabile siano applicabili sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive. Le sanzioni nei confronti dei responsabili potranno arrivare fino a 1.500.000 euro nei casi più gravi, con la possibilità di comprendere sanzioni diverse dalle pecuniarie tra le quali l’esclusione dal godimento di un beneficio o aiuto pubblico; il divieto temporaneo o permanente di esercitare un’attività commerciale; l’assoggettamento a sorveglianza giudiziaria; un provvedimento giudiziario di liquidazione, nonché l’obbligo di adottare misure specifiche volte ad eliminare le conseguenze del reato che hanno dato luogo alla responsabilità della persona giuridica. Il naufragio delle petroliere Prestige al largo delle coste della Malizia, avvenuto nel novembre 2002, ha messo in luce la necessità di un intervento urgente nel settore specifico dell’inquinamento provocato dalle navi e proprio la lotta contro l’inquinamento provocato dalle navi, in modo intenzionale o per negligenza grave, costituisce una delle priorità dell’Unione europea. A tal fine, le legislazioni degli Stati membri dovrebbero essere ravvicinate, così come invocato dalla direttiva 2005/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 settembre 2005 , relativa all’inquinamento provocato dalle navi e all’introduzione di sanzioni per le infrazioni e da questa decisione quadro. In particolare, tale ultimo sforzo comunitario in tema di inquinamento delle acque marine potrebbe costituire lo strumento più idoneo per imporre agli Stati membri l’obbligo di prevedere sanzioni penali, non sempre ben accette.

Fonte: Eur-Lex

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