Sei Morti sul lavoro a Mineo, i periti: TROPPI GAS TOSSICI

Secondo l’accusa, la morte dei sei operai sarebbe stata causata dall’esalazioni tossiche formatesi nel pozzetto di ricircolo dei fanghi durante le fasi della sua pulizia, che sarebbero state prodotte dallo sversamento illecito nella vasca di idrocarburi dall’autobotte della dittà che si trovava a operare sul posto.

La deposizione dei medici legali e di tre periti ha caratterizzato l’udienza del 8 ottobre 2010 del processo, davanti al Tribunale di Caltagirone, a sette persone per l’incidente sul lavoro nel depuratore comunale di Mineo, avvenuto l’11 giugno del 2008, in cui morirono sei persone.

Nell’incidente morirono i dipendenti comunali Salvatore Pulici, Giuseppe Palermo, Natale Sofia e Giuseppe Zaccaria e due operai della società Carfì, Salvatore Tumino e Giuseppe Smecca.

Secondo l’accusa, sostenuta dal procuratore capo di Caltagirone, Francesco Paolo Giordano, la morte dei sei operai sarebbe stata causata dall’esalazioni tossiche formatesi nel pozzetto di ricircolo dei fanghi durante le fasi della sua pulizia, che, secondo una perizia disposta dalla Procura e eseguita da tre docenti universitari, sarebbero state prodotte dallo sversamento illecito nella vasca di idrocarburi dall’autobotte della dittà Carfì che si trovava a operare sul posto.

I medici legali hanno confermato che il decesso è stato causato dall’inalazione di gas tossici, mentre i periti hanno confermato la presenza sul luogo dell’incidente di concentrazione anomala di gas tossici. L’udienza è stata aggiornata al 19 novembre prossimo per il contro esame dei medici legali e dei tre periti dei difensori.

Imputati sono:
– il sindaco
– l’assessore con delega ai lavori Pubblici
– il responsabile ufficio tecnico del Comune
– l’addetto ai servizio del depuratore
– il RSPP (Responsabile del servizio di prevenzione)
– il titolare della omonima azienda di espurgo di Ragusa
– il capo cantiere della ditta.

(Pa-Ro)

Fonte: ANSA

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