Poiché lUnione europea, non potendo reagire ufficialmente, ha affidato a un suo portavoce il compito di negare ogni rapporto tra la sentenza, qualunque cosa se ne pensi, e lUnione europea stessa.
Il portavoce Michele Cercone spiega nella dichiarazione che riportiamo nel link che sulla questione dei simboli religiosi, come il crocifisso in classe, sono gli Stati membri a legiferare. Così è stato spiegato il duplice no comment sulla sentenza venuta dalla Corte europea dei diritti delluomo.
La Corte non fa parte dellUnione europea ma del Consiglio dEuropa che ha 47 Stati membri ed è stato fondato nel 1949, ben prima che venisse firmato il Trattato di Roma. La Corte europea dei diritti delluomo sorveglia il rispetto della Convenzione dei diritti delluomo: se un cittadino ritiene che ci sia stata una violazione della Convenzione può rivolgersi a Strasburgo ma solo dopo essersi rivolto ai giudici interni del Paese di cui è cittadino. Insomma, si tratta di unaltra organizzazione internazionale.
Unaltro elemento di possibile confusione è lassonanza dei nomi delle città dove risiedono le due, diversissime corti: quella dei diritti delluomo ha sede a Strasburgo (dove una volta al mese si riunisce il Parlamento europeo, che non centra proprio niente) e la Corte di Giustizia europea che ha sede a Lussemburgo.
(LG-FF)