Si all’uso terapeutico di sostanze cannibinoidi

Riportiamo il Testo del disegno di legge varato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 18 ottobre 2006 sulla semplificazione degli adempimenti amministrativi connessi alla tutela della salute e altri interventi in materia sanitaria. Il provvedimento proposto dal titolare del dicastero della salute, Livia Turco, agisce su diversi fronti tra i quali l’uso terapeutico della “cannabis”.

Il DDL del 18.10.2006 propone innanzitutto la semplificazione della prescrizione dei farmaci oppiacei, consentendo al medico di utilizzare il ricettario normale anziché quello speciale, eliminando così le difficoltà burocratiche. Le prescrizioni dei medicinali oppiacei potranno essere consentite anche al di fuori di patologie oncologiche, come le malattie croniche o invalidanti. Viene semplificato l’aggiornamento dell’elenco dei farmaci oppiacei, che potrà avvenire con decreto ministeriale, senza ricorrere ogni volta ad una modifica legislativa. Viene anche integrata la tabella allegata al testo unico sulle sostanze stupefacenti, dove sono indicati gli stupefacenti ad uso terapeutico: vengono aggiunte due sostanze cannabinoidi. A fianco di queste novità, il provvedimento contiene una serie di altre misure che vanno dall’abolizione di certificazioni inutili
Alla lotta all’abusivismo sanitario, dalla previsione di nuovi criteri per il trattamento dei dati dei pazienti nel Servizio Sanitario Nazionale all’istituzione di registri di mortalità e patologie riferite a malattie di rilevante interesse sociale. E’previsto infine anche il divieto di vendita e somministrazione di alcol in autostrada 24 ore su 24. Il testo del disegno di legge che riportiamo nel link è soggetto a modifiche. Il provvedimento deve , infatti, andare all’esame della Conferenza Unificata.
Ma che cosa è il “cannabis”? E’stato recentemente appurato che si tratta del famoso “olio Thc- tetraidrocannabinolo, ossia la sostanza proibita contenuta nella maijurana. I cinesi già nel 2737 avanti Cristo stilarono un trattato di farmacologia esaltando le virtù analgesiche della cannabis. Ma a usare la marijuana come toccasana furono anche gli indiani, che si curavano l’insonnia, la febbre e la dissenteria. Discoride, il medico di Nerone, nel suo Codice “Anicia juliana”(512 d.C.) ne elenca le proprietà farmacologiche e terapeutiche. E gli Zulu dell’Africa, che anche oggi la fumano in caso di crampi, epilessia e gotta.
La storia del rapporto tra tra l’uomo e la cannabis è sempre stata caratterizzata da un’alternanza di devote esaltazioni dei principi attivi e di categoriche messe al bando della pianta. La più antica testimonianza sull’uso psicotropo della cannabis in Europa viene da Erodono d’Alicarnasso, nel V secolo avanti Cristo. Nel Medioevo, poi, il clima di terrore instaurato dai tribunali dell’inquisizione colpì in tutta Europa la cultura della cannabis, culminato nel 1484 in una bolla papale che ne proibì l’uso ai fedeli.

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